Covid, ecco il foto catalizzatore che libera l'aria dal virus

L’intervista a Mauro Rossetti che ha inventato, nel 2020, la macchina UvCat "È adatta a sanificare anche le grandi superfici. Sconfigge legionella e Pm10"

Da sinistra Riccardo Ferraresi, Tarricone, Mauro Rossetti e Stefano Caniati

Da sinistra Riccardo Ferraresi, Tarricone, Mauro Rossetti e Stefano Caniati

Ferrara, 19 gennaio 2022 - C’è chi, all’indomani della pandemia, si è legittimamente disperato. Per altri, invece, il periodo di emergenza sanitaria è servito come stimolo a elaborare nuovi progetti e a concepire metodi per contrastare il pervasivo incedere del virus. E’ il caso di Mauro Rossetti che, assieme agli altri soci di Saninpact, ha messo a punto un macchinario per sanificare gli ambienti chiusi ed eliminare la presenza degli agenti virali. Il foto-catalizzatore, brevettato da Rossetti e dal suo team del quale fa parte anche Riccardo Ferraresi (ingegnere) nel 2020, si chiama UvCat. Come scopriremo nel corso della chiacchierata al Carlino, la macchina è adatta sia a sconfiggere il Covid, ma anche la legionella e le polveri sottili che provocano inquinamento atmosferico. Insomma un dispositivo che, ai tempi di Covid, quarantene e isolamenti, può rivelarsi davvero molto utile.  

Rossetti, tecnicamente, come funziona la macchina UvCat? "La luce di tipo Uv viene irradiata nel catalizzatore: un tubo ad alveoli. Il quale viene ricoperto da una sorta di vernice specifica che, in presenza appunto della luce, irradia delle sostanze in grado di sanificare gli ambienti chiusi". La macchina quindi rilascia nell’aria dell’ambiente in cui viene impiegata, delle sostanze chimiche? "Assolutamente no. Nessuna sostanza chimica: sulla macchina, nella parte superficiale, rimane solo qualche residuo di azoto ma in percentuali esigue". Dunque, è sicura . "Molto più che sicura. Peraltro, dopo la messa a punto, siamo stati contattati da varie multinazionali interessate a questo prodotto. Non solo: l’istituto Sacco di Milano, un’istituzione blasonata nell’ambito della ricerca, ha certificato la nostra macchina come strumento per contrastare la diffusione del Covid. Ma non solo. L’UvCat è utile anche per contrastare la legionella e per azzerare la presenza delle polveri sottili domestiche e non solo". Quanto costa l’UvCat? "Per la verità ne esistono di due tipologie: una di dimensioni più ridotte che è venduta a un prezzo di milleottocento euro, mentre invece quella più grande, costa duemila e cinquecento euro". Le dimensioni di quella più piccola? "Quella più piccola è larga circa dodici centimetri ed è alta un metro e venti. L’installazione è molto semplice: si applica al muro e la si fa andare". Si tratta di un presidio che è utilizzabile solo in ambienti domestici? "Certo che no. Anzi, sarebbe consigliata l’installazione dell’UvCat anche per le realtà di grandi dimensioni. Penso ad esempio ai centri commerciali o ai grandi uffici. L’istituto Vergani, ad esempio, ne ha acquistati diversi esemplari per sanificare gli ambienti della scuola. Peraltro è stato utilizzato e presentato anche durante la tappa della Mille Miglia al teatro Comunale lo scorso anno". Attualmente quanti UvCat sono stati venduti? "Circa 150 esemplari. Ma confido che il prodotto possa avere mercato, tanto più che sarebbe un ottimo presidio da utilizzare per le persone isolate in quarantena per via della loro positività". C’è un tempo massimo di utilizzo di questo dispositivo? "No, la macchina può essere utilizzata e tenuta accesa sempre. Anche perché, come detto, non c’è alcun tipo di emissione di sostanze chimiche nell’aria. Anzi, questo dispositivo crea una purificazione costante degli ambienti. E, in tempi come quelli che stiamo vivendo, penso possa essere la svolta". Quando avete ottenuto il brevetto? "Oltre un anno fa ormai. Devo dire che in questo percorso siamo stati seguiti molto da vicino dalla Camera di Commercio".