REDAZIONE FERRARA

Covid, il caso delle false esenzioni. Il conto del pm: "In 36 a processo". Nei guai medici e pazienti no vax

Dieci ferraresi discuteranno la richiesta di rinvio a giudizio davanti al gup ravennate a fine maggio. Tutto partì da un dottore contro le vaccinazioni, da lui vennero alla luce una serie di incongruenze.

Il primo caso è stato individuato il 17 novembre 2019 a Wuhan, nella provincia cinese dell’Hubei

Il primo caso è stato individuato il 17 novembre 2019 a Wuhan, nella provincia cinese dell’Hubei

Per tutti la procura di Ravenna ha chiesto il rinvio a giudizio. In dieci sono pronti a patteggiare. Altri dieci sono intenzionati a essere giudicati in abbreviato, gli altri 36 imputati - una decina ferraresi - hanno invece optato per discutere la richiesta della pubblica accusa: il che significa o non luogo a procedere o processo con dibattimento. Tra questi figura il principale degli accusati: il medico Luca Graziani. Il risultato lo conosceremo nella prossima udienza fissata per fine maggio quando il giudice deciderà anche su una questione tecnica sollevata dalle difese in merito alle tempistiche della proroga d’indagine e alla consulenza tecnica che aveva portato a contestare la veridicità delle esenzioni tra allergie, mutazioni genetiche e rischi specifici.

Si è chiusa così, davanti al gup Janos Barlotti, la prima delle udienze preliminari sul caso legato alle esenzioni, inquadrate dal pm Angela Scorza come fasulle, con le quali era stato possibile farsi escludere dalle vaccinazioni contro il Covid 19. Tra gli imputati figurano 7 medici (due di Ravenna, uno di Cotignola, uno di Grosseto, uno di Napoli, uno di Rieti e uno di Verona). E 29 pazienti di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna.

Al centro delle verifiche, Graziani, medico di base con ambulatori a Ravenna e Mezzano: stimatissimo dai suoi pazienti, non ha mai fatto mistero delle sue posizioni no vax esprimendo molte riserve sulle mascherine. Nei giorni caldi della pandemia, c’è chi lo ricorda in piazza a manifestare. Per inquadrare la genesi del fascicolo giudiziario, dobbiamo tornare indietro fino a metà dicembre 2021 quando era scattato l’obbligo di vaccinazione per gli appartenenti alle forze dell’ordine. In quel contesto, un agente della polizia locale si era presentato in caserma con un primo certificato di esenzione: il documento appariva però incompleto e così erano state chieste precisazioni. Ma pure il secondo certificato appariva incompleto: si era arrivati a un terzo certificato. L’autore era sempre Graziani, peraltro noto alla polizia locale perché identificato, come tanti altri, nel corso di manifestazioni in piazza promosse dalla galassia no vax e no mask. A quel punto, il comandante del Corpo di Ravenna, Andrea Giacomini, aveva fatto partire gli accertamenti su possibili incongruenze. Era stata coinvolta l’Ausl Romagna circa le norme ministeriali e le procedure amministrative legate alle esenzioni. Nel corso delle indagini, l’attenzione era caduta su una possibile anomalia: Graziani non era vaccinatore, era stato escluso dal vaccino il 31 marzo 2022 e il certificato gli era stato rilasciato da un collega di Cotignola, sempre medico di base, grazie a un altro collega di Napoli: quest’ultimo aveva attestato - falsamente secondo gli inquirente - l’esistenza di uno specifico rischio. In generale tra le esenzioni, quella delle mutazioni, secondo il pm, aveva rappresentato la scusa più usata. Via via si era giunti a un’altra figura chiave: un virologo di Grosseto che aveva cominciato con le attestazioni il 28 settembre 2021.