Covid, primo nato da una paziente intubata. "La mamma grave in terapia intensiva"

Papà Radouani racconta il dramma: "Parto cesareo, il piccolo è sotto osservazione. Per mia moglie serviranno cure ancora più pesanti"

La donna marocchina è in terapia intensiva a Cona ormai da quasi un mese

La donna marocchina è in terapia intensiva a Cona ormai da quasi un mese

Ferrara, 21 aprile 2021 - Rayt, ’pioggia benedetta’, ha visto la luce venerdì. Primo nato, a Cona, da una donna intubata in terapia intensiva. E’ il terzo figlio di Anani, la 35enne marocchina che ormai da un mese, in gravi condizioni, lotta contro il Covid. Protagonista, assieme ai propri familiari, di una storia che sta commuovendo Cento – dove la famiglia abita – ma anche i sanitari dell’arcispedale e gli assistenti sociali. "Tanti ci stanno aiutando, ma le difficoltà sono grandi". A parlare è Radouani Ben Zouini, facchino all’interporto di Bologna, e padre anche degli altri due bimbi (rispettivamente di 6 e 2 anni) che, con entrambi i genitori in ospedale, sono stati anch’essi protagonisti di un’odissea.

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Partiamo dall’inizio, Radouani. Ci racconta come è iniziato? "Una sera mia moglie aveva la febbre alta. Pensavamo a un colpo di freddo, ma le condizioni sono peggiorate. Dopo un paio di giorni siamo andati all’ospedale, ed è iniziato un vai e vieni durato un po’ di tempo".

Quanto? "Quasi due settimane, sino a quando, all’ospedale di Cona, si è capito che le sue condizioni erano molto gravi. E la preoccupazione era forte anche perché era incinta".

Nel frattempo si è ammalato anche lei. "Sì, e sono finito in ospedale, ma a quello del Delta. E come se non bastava, questa ’bestia’ ha contagiato anche mia suocera, che è ancora in terapia intensiva, e mio cognato".

Così per i bimbi, positivi ma asintomatici, si è reso necessario il ricovero in pediatria. "Sì, perché nessuno riusciva ad accudirli. Sono stati a Cona, poi grazie agli assistenti sociali sono stati portati all’Hotel Astra, dove cinque giorni fa sono arrivato anche io. E lunedì, finalmente, siamo potuti uscire tutti e tornare a Cento".

E’ stato un momento emozionante. "Piangevamo e ridevamo, i bimbi erano eccitati vedendo le macchine, le strade, le case, la luce del sole. Ma sono anche choccati, perché passare queste settimane lontani dalla mamma e dal papà è stato durissimo. Non solo per loro".

E veniamo a un altro momento toccante, la nascita di Rayt. "Eravamo tutti preoccupati, ma i medici sono stati bravissimi. Hanno aspettato che il bimbo, prematuro, potesse nascere in sicurezza con il parto cesareo. In questo modo, mi dicono, mia moglie potrà essere curata anche con terapie più forti. Dovranno anche farle un’altra operazione".

Rayt, dal nome beneaugurale, invece sta bene. "Speriamo. Anche lui è in terapia intensiva, perché ha assorbito i medicinali dati alla mamma. Però non ha il Covid, il tampone è negativo. E’ un bel bimbo, 2 chili e 200 grammi, un vero dono del cielo".

Immagino le mille preoccupazioni di questo periodo così difficile. "Ci sono momenti in cui non so come fare (Radouani al telefono ha la voce rotta, ndr ). Perché oltre alla paura per mia moglie, alle preoccupazioni per le condizioni degli altri familiari e dei miei bimbi, adesso devo pensare anche ai problemi della casa e a pagare l’affitto. Sono in congedo per paternità, con 600-700 euro al mese si fa molta fatica. Perché in questo periodo i proprietari dell’appartamento in cui abitiamo lo hanno anche venduto, e presto dovremo uscire, perché la casa deve essere ristrutturata".

So comunque che dal Comune di Cento e dai servizi sociali dell’Azienda Usl, il vostro caso è seguito con particolare attenzione. "Certo, e devo ringraziare tutti, senza di loro non saprei come avremmo potuto affrontare questo periodo così terribile. Adesso i problemi continuano, ma sappiamo di non essere soli".

Incrociamo dunque le dita per Anani e sua madre, sperando che tutta la vostra famiglia possa riabbracciarsi, attorno al neonato. "Inshallah, e speriamo che sia presto".