Crocifissi Ferrara, il sindaco leghista ne compra 385

Uno in ogni aula di scuola dove ora manca. Alan Fabbri: "E' un simbolo d'amore, tutelo la nostra identità"

Il sindaco leghista ha ordinato un crocifisso per ogni aula

Il sindaco leghista ha ordinato un crocifisso per ogni aula

Ferrara, 1 settembre 2019 - L'ordine è massiccio, oltre che insolito: 385 crocifissi. Lo ha fatto Alan Fabbri, 40 anni, sindaco leghista fedelissimo di Matteo Salvini che dal 9 giugno guida la giunta di centrodestra di Ferrara dopo 74 anni di dominio della sinistra. Quando alla ditta riminese Semprini l’hanno ricevuto, pur vendendo articoli sacri dal 1960, un po’ si sono meravigliati. Abituati a forniture di questo genere, comunque più ridotte, per alberghi o strutture religiose di accoglienza, hanno preso atto che c’è sempre una prima volta: la richiesta proveniva per l’occasione da un Comune.

A Ferrara, da giugno governata da una giunta di centrodestra – pure da tale punto di vista una novità – l’Amministrazione ha voluto dotare le scuole di sua proprietà di quell’arredo prescritto sin da due regi decreti del 1924 e del 1928, ma di fatto ormai in disuso: il crocifisso, appunto. La scelta di tornare ad affiggerlo in ogni nido, asilo, scuola elementare e media della città coincide con l’imminente ripresa delle lezioni, e deriva da una valutazione a colpo d’occhio cui è seguito un censimento: «Quando ci siamo insediati abbiamo iniziato a conoscere i dirigenti e ho saputo che non in tutte le aule c’erano i crocifissi – racconta Dorota Kusiak, assessore alla Pubblica istruzione –. Le scuole ci hanno comunicato il numero di aule sprovviste e abbiamo raccolto il fabbisogno». 

Evidentemente alto, ma quantomeno non costoso per chi riduca la questione a un fatto economico: la spesa complessiva è stata di 1.703 euro, persino più conveniente rispetto al prezzo con cui l’articolo è in vendita sul sito dell’azienda incaricata. D’altra parte, è bastato un modello base «con croce in legno e corpo in lega di metallo argentata», precisano dalla ditta. Dopo la facilità con cui Matteo Salvini ha cominciato a impugnare rosari, il sindaco, ugualmente leghista, Alan Fabbri intende seguirne l’esempio? Pare che la decisione non sarebbe stata sbandierata dall’attivissima macchina della comunicazione comunale, se non fosse che la notizia è emersa da un ordinario atto burocratico, semplice e pubblico come tante determinazioni di acquisto della pubblica amministrazione. In questo caso, però, si tratta di un oggetto che proprio qualunque non è: formalmente appena una suppellettile, accostata dal regio decreto al ritratto del re insieme al resto dei materiali da avere in una classe; come significato, qualcosa di più sensibile. 

«Senza fare clamore posizioniamo un crocifisso – spiega Fabbri –. Crediamo che sia un simbolo, oltre che religioso, di identità storico-culturale, di pace e di amore, aperto a tutti e legato alle nostre radici cristiane e al rispetto delle tradizioni; lo dice un non praticante. Ho sempre fatto così anche da sindaco a Bondeno, in questo momento in cui le scuole sono chiuse e nel silenzio, per evitare strumentalizzazioni, attacchi o esaltazioni». Un certo precedente, nel piccolo paese già guidato da Fabbri, insomma ci sarebbe. Intanto la spedizione da Rimini è partita, e la consegna è attesa da domani negli uffici comunali.