
Carlo Giannelli
Si chiama CyberChallange e si tratta di un’iniziativa che coinvolge diversi atenei a livello nazionale. La nostra università, per il quarto anno consecutivo, partecipa a questa disfida il cui obiettivo – la kermesse è rivolta agli studenti tra i 16 e i 24 anni – è quello di educare i ragazzi alla sicurezza informatica. Ad anticipare i contenuti della rassegna – che si snoderà tra febbraio e maggio – è il docente di Unife, Carlo Giannelli incardinato al dipartimento di Matematica.
Professor Giannelli, l’università partecipa per il quarto anno a questa challange. Come mai avete scelto di rinnovare l’adesione?
"Crediamo che rassegne formative di questo tipo, nei tempi in cui viviamo, siano estremamente utili alla consapevolizzazione dei ragazzi circa i rischi legati al mondo cyber. E del web più in generale. Si tratta di un mix di formazione, competizione e divertimento che vede l’ateneo impegnato come sede locale, grazie al coinvolgimento di docenti dei dipartimenti di Matematica, Informatica e Ingegneria. Questo, a dimostrazione di come il tema della cybersicurezza sia estremamente vasto e trasversale".
Come si articoleranno le attività?
"Gli studenti coinvolti parteciperanno a un percorso di formazione e addestramento che prevede due incontri settimanali nel pomeriggio. Le attività includeranno lezioni teoriche e pratiche, simulazioni di competizioni e prove. Al termine di tutto, il 28 maggio, si terrà la gara locale che sarà poi inserita nella competizione nazionale".
Al di là dei giovani a cui è rivolta l’iniziativa, lei si occupa più in generale del tema della cybersicurezza. A che punto siamo in termini di consapevolezza dei rischi tra gli utenti del web?
"Purtroppo, in particolare sui rischi legati alla cybersicurezza, abbiamo ancora tanto lavoro da fare perché la cultura del rischio in questo senso è davvero esigua. Ed è per questo che queste iniziative, oltre all’aspetto ludico, hanno anche una forte valenza formativa nella quale il nostro ateneo crede fortemente. Non abbiamo l’ambizione di creare degli esperti informatici, ma solo di dare qualche strumento, qualche anticorpo in più, per difendersi meglio dalle insidie della rete".
Unife qualche tempo fa è stata vittima di un attacco hacker che ha coinvolto proprio alcuni profili degli studenti. Da quel momento, cosa è stato fatto?
"Anche quell’episodio ci ha ulteriormente spinti nella direzione di innalzare le nostre barriere protettive. E so che l’università si è mossa esattamente in questa direzione, introducendo tra le altre cose anche delle strumentazioni all’avanguardia a tutela prima di tutto degli studenti, ma anche dell’immenso patrimonio di dati di cui è in possesso e dispone".
In questo scenario, come si inserisce lo strumento dell’Intelligenza Artificiale?
"L’Ia è uno strumento del mondo cyber che può essere, se governato e adoperato adeguatamente, molto utile per l’analisi dei dati ma anche come mezzo di difesa contro eventuali attacchi hacker. Questo, accanto a una continua formazione e un costante aggiornamento dei meccanismi di difesa dei dispositivi".