
Il dirigente Massimiliano Urbinati, il prof Stefano Giatti, gli alunni Emanuele Guido Davì e Alessio Zuppiroli
Vini, confetture e nettare di mela. Il ministro ha gradito i prodotti della terra, cresciuti nella campagna di Ferrara. Arrivati a Roma dai filari, coltivati dagli studenti del Navarra. Vigneti e frutteti, ettari ed ettari, piante che curano dal seme alla confezione. Nella cesta Montuni, Lambrusco e Verdicchio, Raboso e Sauvignon. Bottiglie, un migliaio, che producono ad ogni stagione in quei 4mila metri quadrati di terra, ogni mattina una lezione di vita all’aria aperta, innesti e cassette dove nasce un’occasione, per far crescere il futuro. Sorride il ministro, che ha accolto con una stretta di mano il dirigente scolastico Massimiliano Urbinati, il professore Stefano Giatti, insieme agli studenti Emanuele Guido Davì e Alessio Zuppiroli della classe 5EM. Dieci e lode, bontà in pagella.
"Una bellissima giornata", dice a poche ore dal viaggio a Roma il prof Stefano Giatti. Orgoglioso dei suoi ragazzi. Protagonista l’istituto agrario Fratelli Navarra di Ferrara, nella capitale al ministero dell’Istruzione e del Merito ospite della cerimonia ufficiale di presentazione del marchio ’Made in Mim’, nato per valorizzare le eccellenze agroalimentari e artigianali prodotte dagli istituti agrari d’Italia. L’iniziativa è stata sostenuta dal ministro Giuseppe Valditara e dalla rete nazionale degli Istituti Agrari Renisa. Dai campi alla tavola, passando per le mani e le idee degli studenti. È questo il cuore pulsante del progetto ’I trasformati del Navarra’, un’iniziativa che da anni unisce la tradizione agricola all’innovazione didattica. Location, l’istituto di Malborghetto, Boara. E sono stati proprio ’I trasformati del Navarra’ il lasciapassare che ha aperto le porte del ministero dopo aver preso parte e brillantemente superato una selezione nazionale.
All’interno dell’azienda agraria dell’istituto (circa 5 ettari tra Ferrara e Ostellato), vengono coltivate mele, uva, kiwi, asparagi e zucche. E’ duplice l’obiettivo. La vendita al pubblico e, soprattutto, la valorizzazione attraverso la trasformazione agroalimentare. Marmellate, confetture, creme vegetali, conserve e nettari di frutta sono solo alcuni dei prodotti nati da questa filiera corta, sostenibile e didatticamente innovativa. L’istituto ha partecipato alla selezione nazionale grazie ai progetti di trasformazione agroalimentare che vengono svolti nel laboratorio didattico. I ragazzi si sono distinti per l’impegno nella sostenibilità, nell’innovazione e nella valorizzazione delle produzioni locali. Durante la visita degli stand, il ministro Valditara ha apprezzato i trasformati prodotti dagli studenti del nostro istituto, riconoscendone la qualità e l’impegno. Insomma, dieci e lode. Le parole del ministro sono state un incoraggiamento per tutti i giovani che sono coinvolti nei percorsi formativi legati all’agricoltura e alla trasformazione dei prodotti.
L’iniziativa si inserisce nel Piano di valorizzazione delle scuole agrarie e alberghiere italiane, con l’obiettivo di sostenere e promuovere le competenze tecnico-professionali attraverso esperienze concrete, contribuendo allo sviluppo del territorio e alla diffusione della cultura del ’Made in Italy’. E’ un vigneto, i filari i banchi di scuola. Vigneto didattico lo chiamano. Qui ogni anno gli studenti seguono l’intero processo produttivo, dalla vigna alla cantina, fino all’imbottigliamento di circa 1000 bottiglie. Nelle etichette si legge Montuni, Lambrusco, Verdicchio, Raboso, Sauvignon, Trebbiano, Merlot e Fortana. Un lavoro che offre un prodotto di qualità e consente agli studenti di apprendere competenze pratiche nella viticoltura e nell’enologia. I prodotti ortofrutticoli vengono venduti nei punti aziendali nelle sedi di Malborghetto e Ostellato. "Non produciamo alimenti, ma piccole storie di territorio", l’orgoglio nelle parole del professor Stefano Giatti, coordinatore del progetto. Tutti promossi, parola di ministro.
m. b.