Dalle alghe giganti al cuneo salino "Noi, ostaggi delle follie del clima"

ll meteorologo Randi traccia un confronto con il 2003: "Po ai minimi storici, ecosistema a rischio". Confcooperative Ferrara con Michele Mangolini lancia un appello: "Investiamo sull’ambiente"

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Sarà ricordata questa estate del 2022 come un’estate estrema. A soffrire sono un po’ tutti. Non se la passano bene i pescatori immersi nelle lagune di Goro con improvvisati rastrelli per raccogliere le alghe che strozzano le vongole. E’ scuro il volto degli agricoltori, stretti tra il cuneo salino che avanza e il caldo tropicale che brucia la terra. Boccheggia la gente nelle case divisa tra il desiderio di uscire e quell’onda di disagio psicofisico che ti respinge come apri la porta. Il presidente di Confcooperative Ferrara, Michele Mangolini lancia un appello. "Investiamo sull’ambiente – dice –, un settore che rappresenta il futuro". Mangolini fa il punto sulla siccità con Pierluigi Randi, tecnico meteorologo e presidente dell’associazione Meteo professionisti Ampro.

Siccità record ma anche in passato non si scherzava

"L’estate 2003 – spiega Randi che traccia un confronto con quest’anno – risulta ancora oggi la più calda da quando esistono le rilevazioni strumentali, in particolare per il centro-nord Italia. Tuttavia, i mesi più anormalmente caldi furono quelli di giugno e agosto, quando l’anomalia di temperatura media oltrepassò i 3°C. Luglio fu più clemente con un’anomalia di +1°C. Per luglio 2022 siamo più ’caldi’ rispetto al 2003, mentre giugno è stato un poco meno estremo rispetto al medesimo anno (+3,0°C)".

Dai campi al mare, se Sparta piange Atene non ride...

"La siccità ha radici lontane, è cominciata 18 mesi fa. Anche il 2021 è stato un anno secco (il secondo più secco dal 1950). Le scarse precipitazioni del 2022 si sommano a quelle altrettanto scarse del 2021. Ed ecco una siccità idrologica (di lungo periodo e non limitata a qualche mese). Al 30 giugno di quest’anno sul ferrarese mancavano all’appello tra i 200 e i 250 millilitri di precipitazioni, cui dobbiamo aggiungerne altri 40-45 per luglio, arrivando a sfiorare i 300 di deficit. Le temperature molto elevate comportano un’alta evapostraspirazione giornaliera, che aggrava lo stato dei suoli sottraendo molta acqua disponibile. Se consideriamo lo Standard precipitation Index (Spi), indicatore climatico di surplus o deficit pluviometrico che definisce gli stati siccitosi o umidi, l’areale ferrarese risulta in stato di grave sofferenza. L’Spi sui 12 mesi (luglio 2021-giugno 2022) evidenzia una condizione di siccità estrema su tutto il ferrarese, e in luglio le condizioni non sono migliorate. Tutto ciò si ripercuote sulle portate del Po (ai minimi storici) e sull’ecosistema. La combinazione di alte temperature e scarse precipitazioni provoca una maggiore proliferazione delle alghe e un aumento del tasso di salinità dell’acqua nella laguna, fattori che compromettono la pesca di vongole. Un’altra criticità è quella del cuneo salino. La stima di risalita nei rami del Delta è in aumento. Per il Po di Goro e per il Po di Pila la lunghezza d’intrusione con l’alta marea è di 39 chilometri e 36 dalla costa. Gravi i rischi per l’agricoltura, rendendo quasi impossibile lo sfruttamento della falda idrica"

Che succederà?

"ll riscaldamento globale, che potrebbe raggiungere la soglia di 1,5°C già nei prossimi decenni e non a fine secolo qualora non si adottassero azioni di drastica riduzione delle emissioni, provocherebbe, con altissima probabilità, incrementi di rischi climatici multipli, sia per gli ecosistemi che per gli esseri umani. Iniziative a breve termine che limitino il riscaldamento globale potrebbero ridurre i danni, anche se non sarà possibile eliminarli completamente. La pioggia prima o poi tornerà e questa siccità avrà fine, ma dobbiamo tenere presente che in futuro siccità simili diventeranno più frequenti ed estese".

Mario Bovenzi