
Prima della minaccia dei Dazi, le esportazioni ferraresi erano cresciute in Usa
I dazi di Trump spaventano l’economia ferrarese. Tra annunci via social o a reti unificate ed effettive iniziative, gli imprenditori stanno facendo i conti, tratteggiando scenari, ipotizzando misure correttive. Perché anche l’economia estense intrattiene rapporti di affari con quella americana. Gli Stati Uniti nel 2024 sono stati uno dei dei pochi Paesi dove l’export ferrarese è aumentato.
Secondo l’analisi elaborata dall’osservatorio economia della camera di commercio di Ferrara e Ravenna l’Europa si rivela ancora una volta la destinazione e la provenienza principale, sempre rappresentando circa i due terzi dell’export ferrarese totale e l’87% dell’import (quota in lieve aumento rispetto allo scorso anno). La Germania, nonostante la forte contrazione di prodotti chimici e dell’automotive, è da sempre il primo partner straniero per la struttura imprenditoriale ferrarese, quasi 337 milioni di euro in nove mesi con un calo di circa 11 milioni (pari al -3,1%) rispetto allo stesso periodo del 2023.
Ad incidere di più sul risultato finale è stato il calo dell’export verso la Francia (diminuito di quasi 35 milioni, -12,5%), seguito da quello verso la Germania per quanto riguarda l’Europa e verso la Cina. Anche i trend negativi di Messico, Paraguay e Regno Unito hanno contribuito a determinare il calo complessivo delle esportazioni ferraresi. In controtendenza l’aumento delle vendite negli Stati Uniti (+1,3%), dove le imprese ferraresi vendono soprattutto macchine per impieghi speciali (poco meno di un terzo dell’export complessivo verso il paese), comparto per il quale si è registrato un aumento di oltre 9 milioni di euro. Con i dazi questo incremento potrebbe essere in pericolo.
Così Paolo Govoni, vicepresidente della Camera di Commercio Ravenna e Ferrara: "I dazi sono uno strumento distorsivo del mercato e generano preoccupazione, soprattutto tra le imprese esportatrici. Nella provincia di Ferrara le connessioni economiche con gli Stati Uniti sono storicamente consolidate. I dazi provocano, prima di tutto incertezza, che, già di per sé, blocca commesse e investimenti. Ma il vero pericolo è quello di cadere in una spirale di misure e contromisure protezionistiche, in una guerra commerciale che, come insegna la storia, metterebbe a rischio gli stessi rapporti economici e politici fra Paesi. Non c’è dubbio che la strada migliore sia quella del negoziato, ponendo sul tavolo le rispettive esigenze per trovare le soluzioni più efficaci. Dall’Europa mi aspetto una risposta rapida, decisa e compatta".
Il presidente di Confindustria a Ferrara Luigi Zaina analizza la situazione: "Spero che i proclami di Trump sui dazi siano soltanto un modo per rinegoziare l’assetto mondiale".