La decisione della Regione Emilia-Romagna di interrompere le relazioni istituzionali con Israele rappresenta "un atto grave, superficiale e profondamente incoerente, che rischia di legittimare sentimenti ostili e pericolosi, senza produrre alcun effetto positivo reale". E’ la posizione del partito Liberal-democratico che fa capo al deputato ferrarese, Luigi Marattin. "Si tratta di una presa di posizione che colpisce selettivamente Israele, l’unica democrazia pienamente funzionante in Medio Oriente - prosegue il post - ignorando completamente i rapporti con regimi ben più compromessi sul piano dei diritti umani, come Russia, Cina o Iran. Mai, in precedenza, si erano adottate misure analoghe verso Stati coinvolti in guerre di aggressione, repressioni sistematiche o crimini documentati su scala ben più ampia.
Nel motivare la scelta, De Pascale richiama le accuse della Corte Penale Internazionale contro il Primo Ministro israeliano, ma omette ogni riferimento agli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas, al massacro del 7 ottobre e alla natura terroristica di chi continua a minacciare la sicurezza dei civili. Una narrazione parziale, che rischia di distorcere gravemente la complessità del conflitto in corso". "Per coerenza - si legge ancora nel post - ci si aspetta ora che De Pascale e la sua giunta rinuncino all’utilizzo di tutte quelle tecnologie e dispositivi – compresi strumenti medici e software – che contengono componenti sviluppate o prodotte in Israele. Le aziende sanitarie regionali, smetteranno forse di utilizzare tecnologie salvavita israeliane? È evidente che no. E qui si svela tutta la natura demagogica di questo annuncio".
Di qui l’auspicio. "Questa decisione appare quindi come una mossa puramente retorica, pensata per accontentare le frange più estremiste, ma priva di contenuti utili e concretamente lesiva della cultura del dialogo. L’Emilia-Romagna, terra di convivenza e innovazione, merita di più di un gesto simbolico che divide, alimenta polarizzazioni e rischia di diventare il cavallo di Troia di derive intolleranti. Ci auguriamo che la Regione torni sui suoi passi, ristabilendo un approccio equilibrato, rispettoso del diritto internazionale ma anche della complessità dei conflitti globali".