Delitto Fusi, le richieste di Cervellati discusse in Cassazione

Ieri davanti agli ‘ermellini’ il ricorso sulla condanna all’ergastolo per avere ucciso la sua compagna

Discusso ieri davanti ai giudici della Corte di Cassazione di Roma il ricorso presentato dal legale che assiste Saverio Cervellati, l’avvocato Elisa Cavedagna, per ottenere la riformulazione della condanna per l’omicidio di Cinzia Fusi, la trentaquattrenne di Cologna, che era la sua compagna. Meno di un anno fa la Corte di Appello di Bologna ha confermato il fine pena mai per Cervellati, ma il suo legale ha presentato ricorso in Cassazione per il riconoscimento delle attenuanti. Cinzia Fusi fu massacrata a colpi di mattarello la mattina del 24 agosto del 2019 nel garage dell’esercizio commerciale di via Primicello. Il delitto fu consumato al culmine di una discussione avvenuta poco prima che la coppia partisse per trascorrere una giornata al mare. Dopo aver colpito ripetutamente Cinzia alla testa, Cervellati era uscito in strada e, incontrando una pattuglia dei carabinieri, gli si era consegnato, confessando l’omicidio.

Fusi e Cervellati avevano una relazione da 7 anni, qul giorno di agosto si erano incontrati di buon ora per trascorrere una giornata al mare, ma qualcosa era andato storto. Ci fu una litigata, forse perché lui era geloso delle sue frequentazioni, che lei probabilmente neanche nascondeva. Secondo quanto ricostruito lui la colpì ripetutamente alla testa con un mattarello, che lui disse aver strappato dalle mani di lei.

La povera Cinzia morì in ospedale qualche ora dopo. Alle 8,20 circa una pattuglia dei carabinieri transitò nella strada dove si trovavano il negozio e l’abitazione di Cervellati, teatro del delitto, e lui dice a un militare "Ho ucciso mia moglie": all’interno del garage la donna atterra, ancora in vita, con un fazzoletto in bocca. Il processo di Appello si era aperto e chiuso in poche ore con il verdetto della Corte che confermava la sentenza di primo grado. L’unico punto in cui i giudici bolognesi si sono distaccati da quanto stabilito in primo grado riguarda alcune parti civili costituite.

L’Appello ha infatti revocato la costituzione della zia e della cugina della 34enne. Confermata invece, oltre ovviamente a quella dei genitori, la costituzione dei Comuni di Copparo e di Riva del Po. Una decisione che ha incontrato allora il plauso dell’avvocato Denis Lovison, difensore di tutte le parti civili. Ora c’è attesa per la decisione degli ermellini.

re.fe.