Ferrara, caccia al veleno per il delitto di via Ortigara: analisi su pc e bevande

Morte di Sonia Diolaiti, verifiche chimiche e informatiche oltre alla perizia psichiatrica sulla figlia della vittima

Sara Corcione durante l'interrogatorio

Sara Corcione durante l'interrogatorio

Ferrara, 6 agosto 2022 - Tre diverse consulenze per gettare luce sui punti ancora oscuri dell’omicidio di Sonia Diolaiti, la 62enne trovata senza vita nel suo appartamento di via Ortigara nella notte tra venerdì e sabato scorsi.

Un delitto per il quale è indagata la figlia 38enne, Sara Corcione, residente nella stessa palazzina in cui abitava la vittima. La donna, ora in carcere, è accusata di avere ucciso la pensionata avvelenandola con del nitrito (o nitrato, dettaglio ancora da chiarire) di sodio. L’attività di indagine sull’accaduto ha mosso ieri mattina un ulteriore passo avanti con il conferimento dell’incarico ai tecnici che dovranno svolgere le consulenze. La prima – già peraltro annunciata nelle ore immediatamente successive al delitto – è quella psichiatrica.

La procura (il fascicolo di inchiesta è sulla scrivania del pubblico ministero Lisa Busato) ha chiesto a Luciano Finotti di accertare la capacità di intendere e di volere di Corcione e la sua capacità di stare a processo. Nel dettaglio, l’esperto dovrà valutare eventuali patologie psichiatriche e la loro influenza sull’accaduto, oltre a delineare la pericolosità della 38enne e stabilire se la sua capacità di intendere fosse o meno scemata al momento dell’omicidio. Il difensore dell’indagata, l’avvocato Gianni Ricciuti, ha nominato Renato Cardelli come proprio consulente di parte. Al conferimento dell’incarico hanno preso parte in qualità di persone offese, attraverso i propri legali Fabio Anselmo e Silvia Galeone, anche i fratelli di Sonia Diolaiti, Michele e Armando. I familiari (uno residente in città e l’altro a Padova) si sono affidati a Paolo Verri per lo svolgimento della consulenza. Le operazioni peritali inizieranno lunedì nel carcere della Dozza ed entreranno nel vivo a settembre.

Ma non è tutto. Sempre ieri sono stati affidati altri due incarichi per altrettanti accertamenti, uno di natura informatica e l’altro di tipo chimico. Il primo riguarda le apparecchiature elettroniche sequestrate durante le verifiche negli appartamenti di madre e figlia. Un computer portatile e un cellulare, entrambi di Sara Corcione, finiranno ora sotto la lente dei carabinieri del Ros di Bologna, i quali dovranno realizzarne una copia forense per poi scandagliare il materiale contenuto al loro interno. File, documenti, conversazioni, messaggi, telefonate. Nulla sarà lasciato al caso. Per questa seconda consulenza, la difesa dell’indagata non ha nominato alcun esperto, mentre i legali dei fratelli hanno scelto Luca Mercuriali. L’ultimo accertamento, affidato al Ris di Parma, riguarda invece una trentina di reperti trovati nei due appartamenti. La lente degli scienziati dell’Arma si stringerà sui campioni di liquidi prelevati da vari contenitori e poi su bottigliette, barattoli, tazze di porcellana e su quel flacone con la scritta in cinese nel quale si sospetta fosse contenuto il veleno. Queste analisi potrebbero quindi sciogliere il rebus della sostanza utilizzata per fermare il cuore della 62enne. Anche in questo caso, la difesa di Corcione non ha indicato un proprio consulente, mentre i legali delle persone offese hanno nominato Rino Froldi. "Le consulenze medico legali – ha precisato l’avvocato Ricciuti – sono quelle per noi di maggiore interesse. In settimana andrò in carcere a fare visita alla mia assistita". "È la terza volta nell’arco di poco tempo, tra Ferrara e Torino, che mi capita di seguire fatti di sangue legati a una persona per la quale l’autorità giudiziaria ritiene opportuno effettuare accertamenti psichiatrici – così l’avvocato Anselmo –. Ritengo sia un fatto peculiare".