Dentix, in campo la Regione: "Grave crisi"

La catena di centri odontoiatrici al momento non ha ancora presentato istanza di fallimento, ma centinaia di pazienti sono disperati

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Anche la Regione scende in campo per la vicenda Dentix, la catena di centri odontoiatrici chiusi, e mai riaperti, a seguito del lockdown. Rispetto alle notizie diffuse ieri da alcune associazioni di consumatori, si apprende che non è stata, al momento, presentata istanza di fallimento. Ma le difficoltà sono note, e pesantissime, anche e soprattutto per le centinaia di pazienti che hanno già pagato anticipi consistenti e stipulato onerosi finanziamenti, ma che non riescono più a completare i trattamenti. Di fronte a questa situazione, come detto, anche la Regione ha deciso di prendere posizione: "Attiveremo ogni iniziativa necessaria, compreso un tavolo presso il Ministero, per consentire la continuità lavorativa del gruppo Dentix".. Lo chiede l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, in una lettera indirizzata ai Ministri Stefano Patuanelli (Sviluppo Economico) e Nunzia Catalfo (Lavoro).

Il gruppo spagnolo, che conta 60 studi dentistici in tutta Italia, con circa 400 lavoratori, ha anche dieci sedi in Emilia-Romagna tra cui appunto quella di via San Romano.

"Come assessore allo Sviluppo economico della Regione – scrive Colla – segnalo l’allarme lanciato dalle confederazioni nazionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil riguardo l’incertezza sulla continuità lavorativa al termine della Cassa Integrazione in deroga, che scade il 21 giugno". Anche se non è stata presentata istanza di fallimento, da tempo si rincorrono voci di gravi difficoltà finanziarie, che hanno spinto i vertici del gruppo a cercare di vendere le filiali italiane, oltre a quelle situate in Portogallo. In questa situazione di completo stallo, con le saracinesche abbassate, il call center che non risponde alle chiamate dei pazienti e le mail delle associazioni dei consumatori che restano da tempo senza alcun riscontro, cresce la rabbia di centinaia di persone, esposte per

somme molto considerevoli. Solo tra Ferrara e Rovigo, pagamenti diretti a Dentix e finanziamenti avviati, senza che le prestazioni siano state completate, superano già il mezzo milione di euro.

Ai problemi economici si aggiungono quelli tecnici e sanitari. "Una paziente si è rivolta a un collega per portare a termine le prestazioni iniziate presso la Dentix e poi rimaste in sospeso – spiega Cesare Brugiapaglia, presidente dell’Albo degli Odontoiatri –. Ma la protesizzazione di impianti osteo-integrati, richiede una componentistica apposita che viene fabbricata dalla stessa ditta produttrice degli impianti. A quanto pare, tale componentistica, sembra sia di uso esclusivo della Dentix".

Stefano Lolli