Detenuto tenta di uccidersi con il gas di una bomboletta

Aumentano i casi di detenuti che tentano il suicidio in Italia, con un recente episodio a Ferrara e un altro a Reggio Emilia. La polizia penitenziaria continua a salvare vite, ma la situazione rimane critica.

Detenuto tenta di uccidersi con il gas di una bomboletta

Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe

FERRARA

Non si arresta la sequenza di carcerati che cercano di togliersi o si tolgono la vita, in Italia ma anche nel carcere di via Arginone a Ferrara. Ne danno notizia Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe e Francesco Campobasso, segretario nazionale. "Ancora una volta la polizia penitenziaria salva la vita a un detenuto. Questa volta è successo a Ferrara, dove un recluso – spiegano Durante e Campobasso – ristretto nel reparto collaboratori, è stato salvato dalla polizia penitenziaria, mentre stava inalando il gas della bomboletta che tutti i detenuti possono utilizzare per riscaldare cibi e bevande e per cucinare. Il tutto è successo nel cambio turno, quando all’interno della sezione detentiva erano presenti due agenti, i quali hanno sentito un rumore provenire dalla cella e si sono immediatamente avvicinati. All’interno hanno visto il detenuto che aveva messo la testa in un sacchetto e inalava il gas della bomboletta".

Una situazione gravissima quella che si è presentata agli agenti. "Al primo soccorso l’uomo era privo di sensi – proseguono i due esponenti del Sappe – Uno degli agenti lo ha soccorso immediatamente, mentre l’altro ha provveduto a chiamare il medico. L’uomo, dopo un po’, si è ripreso e ora è sorvegliato a vista, per evitare il ripetersi di gesti simili. Non sappiamo - affermano Durante e Campobasso - se l’uomo volesse suicidarsi, oppure usare soltanto il gas come sostitutivo di altra sostanza, per sballarsi. Ricordiamo che ogni anno la polizia penitenziaria salva la vita a circa 1700 detenuti che tentano il suicidio. Chiediamo che ai colleghi di Ferrara che hanno salvato la vita al detenuto vengano riconosciute le ricompense previste dall’ordinamento".

Nel tragico conto che in Italia va avanti da mesi, i suicidi dietro le sbarre contati dall’inizio dell’anno sono quasi settanta. L’ultimo in ordine di tempo il giovedì scorso, ancora in un carcere dell’Emilia-Romagna. Un detenuto si è tolto nel penitenziario di Reggio Emilia. La vittima era un 54enne di origine marocchina, che stava scostando quattro anni per un cumulo di pena per furti. Stando alle prime testimonianze raccolte, il detenuto, che era anche padre di due figli, non aveva mai avuto

problemi disciplinari, né con gli altri detenuti. Sull’accaduto è stato aperto un fascicolo in procura a carico di ignoti. Così come dopo ogni suicidio vengono aperte inchieste e si intensificano le polemiche sulle condizioni degli istituti di pena.

re.fe.