Didattica a distanza promossa dalle persone con disabilità e disturbi dell’apprendimento

Rappresentano circa il 20 per cento del totale degli iscritti all’Ateneo con quelle difficoltà

L’esperienza della didattica a distanza sperimentata durante la pandemia è stata valutata positivamente dalle persone con disabilità e disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). È quanto emerge dallo studio dell’Università di Ferrara condotto su 83 studentesse e studenti, che rappresentano circa il 20% del totale delle persone con disabilità eo con DSA iscritte all’Ateneo. "Con la nostra analisi abbiamo valutato se e quanto la soddisfazione della comunità studentesca per i servizi legati alla didattica sia stata influenzata dal repentino passaggio alla didattica a distanza. Le persone intervistate hanno espresso i loro giudizi sulla didattica asincrona, basata sulle lezioni videoregistrate, e sulla didattica in live streaming. Con un focus sulle difficoltà riscontrate, legate principalmente ad aspetti psicologici-sociali, come difficoltà di concentrazione o mancanza di interazione dal vivo, e informatici" spiega Stefano Bonnini, Professore di Statistica del Dipartimento di Economia e Management e coordinatore dello studio. Il grado di soddisfazione è stato analizzato in funzione delle caratteristiche individuali degli studenti e di alcune possibili criticità riscontrate, attraverso un modello innovativo di analisi statistica: "Le caratteristiche personali degli intervistati considerate nel modello sono il genere, il tipo di corso di laurea, lo stato di carriera e la tipologia di disabilità. Per quanto riguarda le criticità, abbiamo analizzato la difficoltà di interazione coi docenti, problemi organizzativi, problemi tecnici, difficoltà di concentrazione e mancanza di opportunità di socializzazione con altri studenti" aggiunge Giorgio Cavallo, coautore dello studio, al tempo assegnista di ricerca nel medesimo dipartimento. "La valutazione della dad si è rivelata molto positiva e uniforme, non essendo emersi scostamenti rilevanti né in base ai fattori citati, né in relazione alle singole difficoltà analizzate" sottolinea il professore.