Difesa del territorio, piano da 100 milioni

Quello illustrato dal Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara nell’ambito del Pnrr: "Sono 59 interventi contro i cambiamenti climatici"

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di Lauro Casoni

Un programma pluriennale scandito da 59 interventi, di cui 33 già ultimati e 26 in corso, per adattare, migliorare e potenziare strutture e impianti alle esigenze irrigue e di salvaguardia del suolo, a fronte degli evidenti cambiamenti climatici. Nasce da un preciso progetto di sostenibilità e difesa del territorio il piano che il Consorzio di Bonifica di Ferrara si è dato attingendo tra i primi in Italia ai fondi del PNRR, e che è stato presentato ieri nella sede di Palazzo Naselli Crispi dal presidente Stefano Calderoni, dal direttore generale Mauro Monti e dai tecnici Marco Volpin e Gianluca Forlani. Un piano per il presente e il futuro, condiviso con gli enti pubblici e tutti i portatori di interesse che hanno potuto integrarlo nei mesi passati con suggerimenti e osservazioni, tanto da diventare un piano di rilancio e messa in sicurezza collettivo del territorio ferrarese. L’investimento previsto e’ di circa 100 milioni di euro e sarà attuabile grazie ai fondi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. "Per arrivare a proporre una mole di lavoro così importante – spiega il presidente Calderoni – siamo partiti da una verità innegabile: nel 2050 con l’innalzamento del livello del mare e la subsidenza una parte del nostro territorio sarà invaso dall’acqua, che assorbirà imprese del primario e di tutti i settori. Per questo occorre metterlo in sicurezza e programmare sin da ora interventi mirati per mitigare i danni. Allo stesso tempo i cambiamenti climatici, con fenomeni di siccità estrema intervallati da piogge spesso torrenziali, richiedono interventi sulle opere irrigue. Il piano con la sua programmazione va proprio nella direzione, guardando al futuro ma interpretando già i bisogni dell’oggi". "Il Consorzio - ha spiegato il direttore Mauro Monti - deve e vuole attuare una governance dell’acqua che risponda il più possibile alle esigenze di produttività del territorio. Da un punto di vista operativo abbiamo progetti già pronti per partire e che devono essere rendicontati assolutamente entro il 2026. Parliamo - ha chiarito Monti - del recupero e della razionalizzazione del sistema di 80 chilometri di invasi per un importo lavori di circa 5milioni di euro; il recupero, l’adeguamento e il miglioramento del sistema irriguo di Valle Pega per 25milioni di euro; il recupero conservativo del rivestimento della canaletta ‘Mantello 1’ per circa 2,7milioni di euro, finalizzato alla riduzione del rischio del collasso arginale e alla riduzione dei consumi della risorsa idrica; il ripristino della piena funzionalità idraulica del canale ‘San Nicolò-Medelana’ per lavori che riguarderanno il primo stralcio e chi si aggirano attorno ai 24milioni di euro e ulteriori 10milioni per il suo completamento; la chiusura definitiva del sistema irriguo ‘Ciarle Nord’ con circa 10milioni di euro di lavori, per essere sempre più indipendenti dalla disponibilità dei fiumi appenninici come il Reno e riuscire a prelevare acqua direttamente dal Po, attraverso il Canale emiliano romagnolo e 5,2milioni saranno destinati al progetto ‘Cento 2’, voluto per risolvere definitivamente le criticità idrauliche cittadine del capoluogo guerciniano".