Dimessa da positiva al Covid a Ferrara, nozze rinviate. "Nessuno l’aveva avvertita"

Lo sfogo della figlia che ha dovuto far slittare il matrimonio dopo quanto accaduto tre giorni prima. "Lo abbiamo scoperto solo dopo 24 ore"

Le corsie dell’ospedale di Cona dove la ferrarese è stata ricoverata per 10 giorni

Le corsie dell’ospedale di Cona dove la ferrarese è stata ricoverata per 10 giorni

Ferrara, 4 gennaio 2022 -  «Abbiamo deciso di agire, di denunciare non per le nozze annullate, pur con tutte le conseguenze che ci sono state, ma perché simili episodi non accadano più". Lo dice al termine dell’intervista, ma è il concetto più importante per lei.

Covid, la madre della sposa è positiva: salta il matrimonio. Ma scatta la richiesta danni

A parlare è la figlia della ferrarese di 71 anni che è risultata positiva al Covid tre giorni prima dell matrimonio della figlia. "Sicuramente aver dovuto rinviare le il matrimonio ha creato molti disagi, anche per quanti erano sati inviati, e una mortificazione per noi – prosegue – ma mi creda questo passa in secondo piano rispetto ai problemi di salute di mia madre e a quelli causati dal non essere stati informati per tempo che aveva contratto il virus. Consideri che al momento sono positiva anche io e la mia figlia più piccola. E io ho avuto tre giorni di febbre".

Ricostruzione. Ma andiamo per ordine: la signora si sente male il 15 dicembre scorso, con problemi addominali e vomito. Viene quindi portata al pronto soccorso di Cona dal marito. "A mia madre viene fatto un tampone – prosegue la figlia – poi un’attesa interminabile. Poi ad un certo punto dicono a mia madre che sarebbe stata dimessa. Nessuna comunicazione sulla positività al Covid, che non è stata riportata neanche nella lettera di dimissioni. Mio padre l’accompagna a casa, ma mi avverte perché non è convinto. Secondo lui la mamma non sta bene".

E in effetti il giorno successivo, il 16, la 71enne viene riaccompagnata in ospedale. "Continuava a stare male – aggiunge la figlia – attendiamo al triage, poi a un certo punto mi avvicino a chi in quel momento era allo sportello, sono le 14.30, per chiedere informazioni, e in modo molto sgarbato mi viene detto ’Ma sua madre ha il covid’. E io rispondo di averlo scoperto in quel momento. A quel punto la stessa addetta mi mostra un foglio in cui risulta che alle 16.40 del giorno precedente era nota la positività di mia madre. Cioè quasi due ore prima delle 18.25 orario in cui è stata dimessa. Ma come è possibile? Poi è vero che le è stato inviato un sms sul cellulare in cui si indica un codice e non la positività. Erano le 17 circa. Lei in quel momento non poteva seguire la procedura, oltrettutto stava molto male, ha tentato di telefonare al numero verde, senza risposta. Ma dico io, perché non ci è stato comunicato in modo chiaro? E perché è stata dimessa dall’ospedale, nonostante stesse male e fosse positiva? Tanto è vero che il giorno successivo è stata ricoverata, ha fatto due giorni di ossigeno per l’insufficienza respiratoria e dimessa solo il 27, ancora positiva. Al di là delle nozze, se solo fossimo stati informati correttamente ci saremmo risparmiati gli altri casi positivi in famiglia e non sappiamo ancora se è finita".

A livello legale la famiglia è assistita dall’avvocato Denis Lovison. "Non si tratta di dare addosso a chi lavora, peraltro in un momento molto complesso – commenta Lovison – Ma capire se qualcuno ha sbagliato e se non ci sono stati errori, serve rivedere la procedura per tracciare e informare i pazienti positivi".