Discoteche, si riparte ma come lounge bar

Venerdì apre la stagione del Barracuda, però con la pista chiusa. E le sagre sono pronte per l’estate: "Temiamo il nodo burocrazia"

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di Matteo Langone

Sì al cibo, no al ballo. E allora, dove un tempo ci si scatenava a ritmo delle canzoni dell’estate, ora si degustano pietanze più o meno ricercate. Segno dei tempi che corrono e di una pandemia che continua a scombussolare i piani degli imprenditori. In particolare, quelli del settore dell’intrattenimento, impossibilitati a far ballare i ragazzi. Serve reinventarsi, come si può, sperando che la clientela apprezzi e che non abbandoni per sempre un mondo – quello della notte – già in forte crisi da anni. Un esempio? Il Barracuda Club di Lido di Spina, che venerdì riaprirà le proprie porte, ma senza ritmo. O meglio: la musica sarà presente, ma la si potrà solamente ascoltare: "Venerdì e sabato inauguriamo la stagione – annuncia Stefano Piazzi – ma solo come bar e ristorazione. Manterremo l’orario standard, dalle 23 alle 4, ma siamo costretti a tener chiusa la pista. Lì, al centro, metteremo divani e arredamenti". Tutto intorno le note delle canzoni più famose del momento, con tanto di dj e animazione. Ma anche in tal senso, tutto sarà diverso dal passato. "Stiamo pensando a una musica adatta – prosegue il gestore – che sia divertente ma che non invogli il ballo. Ci sarà anche un vocalist e proporremo uno spettacolo di intrattenimento, ovviamente sulla falsa riga di quello di un teatro e non di una discoteca, in cui il nostro staff sarà anche vestito in maniera particolare". Allo stesso modo, anche la sala interna sarà apparecchiata solamente con tavoli. Dura lex, sed lex, dicevano i latini. E allora ci si prova a reinventare come si può. Con numeri infinitamente più bassi rispetto a due estati fa ma con la speranza di riuscire a sopravvivere. Al Barracuda, venerdì e sabato, ad esempio, si paga un biglietto d’ingresso a prescindere dal fatto che poi ci sieda ad un tavolo o meno: business is business. Aspettando, ovviamente, tempi migliori. Nel settore si parla di questa come la settimana decisiva. Si paventa un’idea incredibile, ovvero della possibilità di tornare a scatenarsi già dal 1° luglio. Ma sono solo voci, sussurrate piano per non creare false aspettative. Parallelamente, anche il mondo delle sagre – quello sì, notoriamente attrattivo per le buone forchette – sta cercando di rimettersi moto. Lì funziona esattamente come un ristorante: numeri illimitati all’aperto, seppure con distanziamento, e sei persone massimo al coperto. "Qualcuno è in procinto di partire, molti stanno provando ad organizzarsi, altri ancora forse salteranno l’appuntamento con il 2021" sottolinea Loris Cattabriga, mentre scorge il calendario – provvisorio – degli eventi nei paesi. Il presidente di ‘Sagre e dintorni’, però, è tutt’altro che sereno nell’analizzare il momento. La voglia, da parte della gente, di gustare le specialità del territorio è alta, ma dietro le quinte si fatica: "Speriamo che i noleggi per le strutture non abbiano prezzi esorbitanti – conclude – e poi serve che i volontari abbiano la voglia di rimettersi in gioco. Ma il vero problema è legato alla burocrazia che, negli anni a venire, potrebbe veramente mettere in crisi questo settore". Sembra paradossale, ma lo scenario futuro potrebbe prevedere situazioni inimmaginabili fino a qualche mese fa. Con i ragazzi che per un piatto di cappellacci sono costretti ad andare in discoteca.