
La segretaria comunale Pd al primo cittadino che difende la scelta di piazza Ariostea. I comitati: "Amiamo i concerti, ma in luoghi adatti. Non si sacrifica così il riposo di quartieri".
Ferrara si accende, e non solo per le luci dei riflettori del Summer Festival. Piazza Ariostea, divenuta nelle ultime settimane il fulcro di una frattura profonda tra istituzioni e cittadini, è diventata idealmente (ma neanche troppo) il centro del dibattito politico. Dopo il post del sindaco Fabbri, che difende a spada tratta la scelta della location per i concerti, arriva la replica della neo segretaria comunale del Pd, Giada Zerbini. "Il vero problema – scrive la dem riferendosi ai contenuti del post di Fabbri – è la totale assenza di ascolto. Non si può ridurre il dissenso a un fastidio politico. La città non può essere un brand, va governata partendo dai bisogni reali". Parole forti, che trovano eco nella lettera aperta inviata da un gruppo di residenti della piazza al sindaco. Il tono è civile, ma netto: "Due mesi di rumba non sono sostenibili. Non vogliamo spostare il problema altrove, ma trovare soluzioni condivise. Ferrara è di tutti, non solo di chi fa festa". Nel mirino non c’è la musica in sé, anzi: "Amiamo i concerti, ma chiediamo luoghi adatti. Non si può sacrificare il riposo di interi quartieri in nome dell’intrattenimento". Il nodo non è solo acustico, ma anche urbanistico e sociale. I residenti denunciano disagi alla viabilità, assenza di parcheggi, rumore oltre la mezzanotte, spazi pubblici resi inaccessibili, barriere architettoniche e potenziali danni al patrimonio storico. "Ci venga a trovare – scrivono al primo cittadino – le facciamo vedere con i suoi occhi i problemi. Un invito al dialogo, non alla polemica". Lunedì scorso, all’incontro pubblico organizzato dal comitato, nessun rappresentante del Comune si è presentato. D’altra parte è stata l’opposizione a farsi carico di questa istanze già apparse sul nostro giornale qualche settimana fa. "Il sindaco dice di voler dialogare, ma poi si sottrae", si legge nella missiva. E la percezione – tra i cittadini – è che il confronto sia stato sacrificato in favore della narrazione". Sul piano politico, il Pd cerca di raccogliere il malcontento. "Non è questione di rumore – scrive Zerbini – ma di metodo. La propaganda ha preso il posto della partecipazione". Una critica che apre un varco tra chi considera il Summer Festival un’opportunità per la città e chi teme che la Ferrara dei grandi eventi finisca per perdere l’anima dei suoi quartieri. Alla fine, la sensazione è che Piazza Ariostea sia diventata qualcosa di più di un’arena estiva. Una piazza contesa, tra chi ci vive ogni giorno e chi la occupa per il festival. Ora bisogna capire se la politica saprà fare la sua parte.