"Dopo la pandemia, tanti precari e abuso di contratti atipici"

L’esponente del centro studi legato alla Cgil: "Utilizzo improprio di tirocini e stage. Nel 2021 toccato l’apice"

"La quasi totalità delle assunzioni fatte nel 2021 sono con contratti precari, non a tempo indeterminato. Infatti, solo il 6,5% delle assunzioni sono state a tempo indeterminato". È evidente che la pandemia abbia avuto dei riverberi pesantissimi sul mondo del lavoro. E con questa panoramica introduttiva, il presidente dell’Ires regionale Giuliano Guietti, fornisce un primo dato piuttosto significativo. "Spesso – così Guietti – il mercato del lavoro post pandemico ha offerto contratti a termine davvero ridicoli in termini di tempistiche: alcuni addirittura non arrivavano a un mese. Questo, chiaramente, crea grandissime problematiche specie in ordine all’aspetto previdenziale". La conclusione che trae Guietti è che "sta crescendo una generazione di lavoratori per i quali la pensione sarà tutt’altro che garantita". Parallelamente al precariato, è aumentato "l’abuso del ricorso ai contratti atipici – specifica il presidente dell’Ires – : utilizzo improprio di stage e tirocini. Oltre a una vera e propria ’esplosione’ di contratti di somministrazione". Tradotto: gli interinali. Guietti specifica che "si tratta di un fenomeno di portata nazionale". Ma, in questo frangente, "Ferrara e la sua provincia non fanno difetto". Questi scenari si sono verificati in particolare nei comparti "dell’agricoltura e, parzialmente, anche nell’edilizia". Più in generale, comunque, in "tutti i settori nei quali è presente una componente di lavoratori stagionali".

Sul dato della disoccupazione nel nostro territorio, l’esponente della Cgil, da una lettura originale. "Quando ci si trova in una situazione nella quale ci sono molti disoccupati – così Guietti – non è sempre da leggersi in maniera negativa. Tanto più se fa il paio con un’altissima ’attività’ che, storicamente, nel nostro territorio ha livelli record". Per attività, in questo senso, si intendono i lavoratori che, pur non avendo impiego, ne sono alla ricerca. "Dato molto più drammatico, invece – analizza il presidente Ires – è quello legato alla percentuale di inattivi. Ossia coloro che si sono rassegnati a non trovare occupazione".

Va detto però che, nello studio della Camera di Commercio, si legge a chiare lettere che "tra i motivi della mancata ricerca di lavoro diminuiscono gli scoraggiati e chi non cerca lavoro per pensionamento, ma soprattutto

gli altri motivi, che nella maggior parte dei casi erano legati alla pandemia".

f. d. b.