Due condanne erano e due rimangono. Una però è stata ‘limata’ di qualche mese. È l’esito del processo d’Appello per il vasto giro di eroina e cocaina scoperto nei giardinetti di Porta Catena. A rispondere di quei fatti sono solo due persone, ma l’inchiesta iniziale aveva portato a un numero molto più ampio di indagati, molti dei quali risultati però irreperibili. La vicenda giudiziaria arrivata venerdì al verdetto di secondo grado rappresenta l’ultimo grande filone di indagine sullo spaccio al Gad. Il parchetto di Porta Catena è infatti la zona in cui si sono spostati i pusher nigeriani a seguito delle maxi operazioni di polizia e dell’opera di riqualificazione dei giardini del Grattacielo.
Ma torniamo al processo. Alla sbarra per una serie di cessioni di stupefacenti c’erano due nigeriani, Joe Sebastine e Truth Ukatue. Il giudice ferrarese Carlotta Franceschetti aveva condannato il primo a un anno e otto mesi e il secondo a tre anni e due mesi. Assolto un terzo imputato, Iyayi Aslem, per il quale la procura non ha proposto appello. Venerdì i due condannati in primo grado sono comparsi davanti alla prima sezione penale della corte d’Appello di Bologna. I giudici hanno concluso riformando la condanna per Sebastine e riducendo la pena a un anno e cinque mesi di reclusione, oltre a 5.525 euro di multa. Per l’imputato è stata infine rivista la misura dell’obbligo di firma, passato da quotidiano a bisettimanale. Confermato, invece, il resto del verdetto di primo grado. Rimane quindi la condanna a tre anni e due mesi per Ukatue, per il quale è stata anche rigettata l’istanza di revoca dell’obbligo di firma.
Il processo approdato in Appello nei giorni scorsi era nato dall’operazione compiuta dalla squadra mobile a settembre del 2022. In quell’occasione la polizia arrestò cinque persone, tutti giovani nigeriani accusati di vendere stupefacenti in Porta Catena. L’inchiesta, si diceva, era in realtà molto più ampia e comprendeva pure una quindicina di altri indagati. Dei cinque arrestati, tre sono finiti a processo con l’accusa di aver venduto droga – cocaina, eroina e hashish – a una clientela ‘fidelizzata’. Il tutto nell’arco di pochi mesi, tra la fine del 2021 e febbraio del 2022. Gli uomini della Mobile, coordinati dal pm Ombretta Volta, avevano ricostruito numerose cessioni di droga e il modus operandi, fatto di appuntamenti telefonici con gli spacciatori spesso chiamati con nomignoli di fantasia e ‘galoppini’ che, in certi casi, si occupavano di consegnare la merce. Lo spaccio in Porta Catena, dicevamo, è l’ultimo filone giudiziario sul mercato della droga in zona Gad: un ulteriore tassello al mosaico della lotta alla criminalità nel quartiere Giardino, a testimonianza dell’attenzione costante che procura e forze di polizia dedicano a un’area per troppo tempo rimasta intrappolata nella ragnatela del degrado.