
Duemila auto ’mitragliate’ Per ore in fila dal meccanico "Ormai esauriti i parabrezza"
di Mario Bovenzi
Ha sentito bussare alla saracinesca della sua officina alle 6 di mattina Roberto Checchi, una vita tra lamiere e parabrezza, airbag e specchietti retrovisori. "Da sabato, quando si è scatenato il finimondo – racconta il titolare della carrozzeria e soccorso stradale in via dell’Agricoltura, San Bartolomeo in Bosco, la frazione ’bombardata’ – il mio telefono è rovente, non riesco più a rispondere alle chiamate. La gente è disperata, in lacrime mi raccontano che la loro auto è ridotta in frantumi, che non sanno come andare a lavorare. In una vita con la tuta da meccanico mai ho assistito ad una situazione del genere, mai". E c’è la fila anche davanti all’ingresso di Carglass, la porta a vetri presa d’assalto sotto quella scritta a caratteri cubitali di colore rosso mattone. Siamo in via Bologna, in coda la disperazione di chi ha ’perso’ un’auto, a volte anche più d’una. Difficile fare una stima, ma i veicoli danneggiati viaggiano sui duemila. Davanti a Carglass la fila è cominciata la mattina presto, si è snodata nell’arco della giornata. Ininterrotta, i volti scuri degli automobilisti, sottobraccio i documenti dell’auto e tanta rabbia, lo sguardo perso sotto un clima sempre più folle. I dipendenti da alcuni giorni si portano il pranzo al lavoro, mangiano in officina. Per non perdere tempo, ci sono vetri e vetri da montare. Tanti, ormai non si trovano più. Roberto lavora nell’officina a San Bartolomeo in Bosco, nell’occhio del ciclone, con il figlio Daniele. Il telefonino squilla e lui corre via, al volante del carro attrezzi. "Ho cominciato tanti anni fa, l’officina è stata aperta a Marrara nel 1977. Poi siamo venuti qui", racconta Roberto. Scuote la testa. Nel capannone, – i vetri crivellati dai ’confetti’ di ghiaccio caduti dal cielo – non hanno mai smesso di lavorare. "Abbiamo prestato soccorso per ora ad almeno 300 auto, ma ogni minuto suona il telefono, arriva qualcuno alla nostra porta", afferma costernato. Fiat, Audi, Citroen, Bmw, Renault, Peugeot, Volkswagen. Una sfilata di vetture, i vetri una ragnatela, le lamiere segnate, ammaccate.
Auto che erano fiammanti, sono ora irriconoscibili. "Sembrano bombardate", aggiunge. Sta diventando sempre più difficile trovare i parabrezza nuovi. "C’è gente che ha bisogno della macchina per andare a lavorare, non sanno come fare", e ancora scuote la testa, incredulo davanti a quello scenario. Renzo Bolelli abita a San Bartolomeo, tre le auto rimaste vittime della mitragliata. "La mia – elenca –, quella di mia moglie e di mio figlio. Siamo sui 20mila euro di danni. Senza parlare della casa. Saltate le tegole, il lucernario, il motore del condizionatore, ammaccate tutte le porte in alluminio. Cadevano pietre, sembrava di vivere la sequenza di un film di guerra". Devastato anche il tetto di Enrico Paparella, un residente. "L’avevo fatto sistemare da poco, se ne andranno almeno 20mila euro".