Duomo di Ferrara, il Mibact ‘frena’ il progetto

Restauro, ancora dubbi su chi gestirà l’appalto del restauro. Tagliani chiede un incontro ufficiale

Gru al lavoro per il campanile del Duomo

Gru al lavoro per il campanile del Duomo

Ferrara, 22 giugno 2018 - «Chiederò formalmente un incontro istituzionale a Sabrina Magrini, segretario regionale del Ministero dei Beni Culturali, per definire, una volta per tutte, la vicenda relativa al progetto dei lavori di restauro del Duomo». Il sindaco Tiziano Tagliani rompe gli indugi, dopo che anche il Comune è stato informato, con una lettera del Mibact, dei dubbi espressi dall’Avvocatura dello Stato in merito alla possibilità che sia la Diocesi la stazione appaltante del maxi intervento.

Un’opera già finanziata, per oltre 7 milioni di euro, dall’ex ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, ma su cui da tempo si è aperto un contenzioso – burocratico – di competenze, che sta facendo dilatare a dismisura i tempi. «Secondo l’Avvocatura dello Stato, trattandosi di fondi nazionali, l’appalto dovrebbe essere gestito da un ente pubblico – spiega Tagliani –, non ci sarebbe la possibilità di andare in deroga».

Sino a qualche mese fa, invece, lo stesso Mibact sembrava possibilista, in merito a una soluzione che avrebbe garantito una velocizzazione dei tempi. «Al di là delle posizioni del Ministero e della Diocesi – riprende Tagliani –, la città non può attendere in modo indefinito che venga chiarita questa vicenda: c’è bisogno di una soluzione ragionata, ragionevole e rapida».

Richiesta di una spiegazione, la Magrini ha per ora dribblato ogni dichiarazione: dal Segretariato regionale, a precisa richiesta, si afferma che «la definizione dei ruolo in questo appalto verrà sbloccata a breve: speriamo di trovare una soluzione nei prossimi giorni, siamo moderatamente ottimisti».

Al moderato ottimismo riferito dal Mibact, fa da contraltare la perplessità (tutt’altro che moderata) di chi guarda il Duomo sempre più incerottato. Perché il Comune potrebbe essere pronto a intervenire – come di fatto già fa per il recupero di San Paolo, anch’esso di proprietà della Curia e finanziato dagli stanziamenti del ‘Ducato Estense’ –, per evitare che una gestione diretta del Mibact possa dilatare i tempi all’infinito, portando dagli attuali tre-quattro anni previsti a un’era quasi mitologica.

Ieri, con una grande gru della Issa, sono stati effettuati sondaggi e controlli sulle murature dell’Abside, nell’area del campanile. La scorsa settimana, come riportato dal Resto del Carlino, erano piovuti al suolo alcuni frammenti. Forse di marmo (dal campanile), forse di mattoni intonacati (in questo caso, staccati dalla zona che sovrasta la Madonnina a fianco della porta laterale). In attesa che venga accertata l’esatta provenienza dei frammenti, l’area resta sbarrata: la speranza tuttavia è di poter ripristinare nel più breve tempo possibile l’accesso laterale, unico tra l’altro accessibile senza troppi problemi ai disabili.