Duomo Ferrara, sei mesi di chiusura per i lavori di consolidamento alle colonne

Da un sopralluogo è emersa la necessità di lavori più invasivi e quindi di puntellamenti nelle navate

Lavori in duomo

Lavori in duomo

Ferrara, 22 febbraio 2019 - Cinque, forse sei mesi di chiusura completa. Manca solo la comunicazione della data in cui verranno sigillati i portoni, per consentire alle squadre di operai di lavorare senza sosta. Ma la ‘sentenza’, per il Duomo, è ormai un dato di fatto: l’intervento di consolidamento del colonnato, iniziato nel novembre scorso, non potrà proseguire mantenendo il principale tempio cittadino aperto al culto. Proprio nel corso dei sondaggi effettuati nel primo ‘campo prova’, sulla colonna che è già stata letteralmente spogliata di stucchi ed affreschi, e della quale è stata messa a nudo l’anima, sono emersi i segnali chiari della complessità dell’opera.

Non si tratta, fortunatamente, di problemi statici; pur messo a dura prova dal terremoto del 2012, infatti, il Duomo ha retto all’urto. Ma le criticità annose, e l’esigenza di attuare comunque un consolidamento – anche alla luce della nuova normativa antisisma –, impongono un intervento consistente. Che l’opera fosse complessa, si intuiva; come è emerso ieri, nel corso di un summit cui hanno preso parte tutti gli attori della ‘macchina’ progettuale, edilizia e autorizzativa, c’è bisogno di lavorare in maniera più radicale.

Da tre mesi, le squadre della Leonardo (impresa capofila di questo intervento) entrano al mattino alle 10 ed escono attorno alle 16.30: ciò consente l’effettuazione delle prime messe, le visite seppur rapide, e la pienezza del culto nei giorni festivi. È necessario tuttavia cambiare metodo di lavoro: sulle colonne, infatti, sono presenti innesti di cemento, che risalgono probabilmente a un intervento effettuato nel 2000. Questi blocchi vanno rimossi non più con lo scalpellino, come nel primo saggio, ma con l’impiego del martello pneumatico, o comunque con apparecchiature più invasive. Occorrerà, per ragioni prudenziali, anche installare puntelli per proteggere la volta.

Di conseguenza, il cantiere non può più essere montato e smontato quotidianamente. Ecco perciò perché l’esito del sopralluogo cui hanno preso parte, ieri, i responsabili della Diocesi (a iniziare dal vicario monsignor Massimo Manservigi e don Stefano Zanella), i referenti della Regione, l’apparato della Soprintendenza al completo, per il Comune il sindaco Tiziano Tagliani e l’assessore Aldo Modonesi, e il funzionario della Prefettura Adriana Sabato, appare scontato.

Questione di giorni, forse di poche settimane, ma il Duomo dovrà inevitabilmente essere chiuso ai fedeli: almeno cinque-sei mesi, per attuare in maniera più rapida il consolidamento delle otto principali colonne che costituiscono il loggiato. Quest’opera costa circa 900mila euro. Ma il summit di ieri, oltre che a prendere atto di questa nuova (benché non inattesa) urgenza, è servito anche a sollecitare la firma della convenzione tra Comune, Soprintendenza e Diocesi per il restauro complessivo della cattedrale, dal campanile alla facciata.