Duomo Ferrara, dentro al cantiere dei lavori di restauro

Spogliati i piloni, a maggio un puntello reggerà la volta per consentire l’uso del martello pneumatico

I lavori in Duomo a Ferrara

I lavori in Duomo a Ferrara

Ferrara, 20 aprile 2019 - I piloni sono ormai spogliati. Al posto degli stucchi e degli affreschi settecenteschi, la nuda anima del marmo e le antiche cerchiature metalliche, ormai corrose dal tempo. Il colpo d’occhio all’interno del Duomo – al centro di un radicale intervento di messa in sicurezza – regala un misto d’ansia e tristezza: il lavoro, fondamentale per l’adeguamento antisismico e indifferibile, è il simbolo dell’impegno della Curia per rimediare ai guasti non solo del terremoto, ma anche agli attacchi del tempo.

«Il 15 maggio arriveranno i puntelli, alti 30 metri, che consentiranno di lavorare in piena sicurezza con i martelli pneumatici, sul primo pilone più danneggiato». Don Stefano Zanella, responsabile dell’Ufficio tecnico diocesano, entra nel dettaglio dell’intervento: «I puntelli, che successivamente saranno utilizzati nel ripristino delle altre colonne, dovranno reggere un peso di 500 quintali per volta». Da Regione e Soprintendenza questo intervento, garantisce don Zanella, «viene seguito con la massima attenzione e celerità». Perché il traguardo temporale dell’intervento, che ha imposto la chiusura completa della cattedrale, è fissato per fine settembre: «Se tutto va bene», si legge nella scheda consegnata alla stampa.

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Ma non c’è solo quest’opera, rilevante per costo (833mila euro circa) e per l’impatto devozionale e turistico, nel ricco carnet di progetti legati al post sisma: «Dal 2012 ad oggi abbiamo già riaperto 20 chiese – sottolinea don Zanella, affiancato dall’economo don Graziano Donà oltre che dall’arcivescovo Gian Carlo Perego –; idealmente, abbiamo scollinato la metà degli interventi di competenza della Diocesi».

La spesa supera i 7 milioni di euro; ma guardando ciò che resta da fare – basti pensare solo al completo restauro del Duomo, che da solo pesa per 8 milioni di euro –, tremano i polsi. Restando proprio alla cattedrale, oltre al raccordo con Soprintendenza e Regione per l’intervento affidato alla bolognese Leonardo, don Zanella definisce ben avviata la collaborazione con il Comune, che fungerà da stazione appaltante per il maxi appalto del restauro. Un intervento, da realizzare per stralci, che prenderà il via quasi certamente con il campanile, per estendersi poi alla facciata, oggi coperta dal telone artistico, e a quant’altro resterà da sistemare all’interno del principale tempio cittadino.

I tempi? Guardando l’intero pacchetto delle opere (dunque non solo il Duomo, ma anche tutti gli altri progetti del post sisma) si può dire che ora la corsa è lanciata con Notre-Dame: «Serviranno dieci anni per finire tutto – conclude don Zanella –, con l’auspicio che arrivino tutti i fondi statali e che il governo dia una risposta significativa sul codice degli appalti».