E’ morto Massimo Sani, regista della storia del dopoguerra

Una vita passata dietro alla cinepresa, donò il suo archivio a Ferrara Fu giornalista e documentarista per la Rai

Il regista Massimo Sani in una foto d’archivio con una delle sue immancabili cineprese

Il regista Massimo Sani in una foto d’archivio con una delle sue immancabili cineprese

Ferrara, 21 luglio 2018 - Il regista ferrarese dell’Italia del dopoguerra, Massimo Sani, è scomparso nella notte a Roma. Maestro del documentarismo storico e regista televisivo, Sani era nato a Ferrara nel 1929 e, dopo aver diretto la sede della Mondadori in Germania nella prima metà degli anni ‘60, si era trasferito a Roma dove sviluppò tutta la sua carriera alla Rai.

Autore televisivo tra i più noti, Massimo Sani si è dedicato alle grandi inchieste sulla Seconda Guerra Mondiale, firmando autentici capolavori del documentarismo storico televisivo tra cui i cicli ‘Italia in Guerra’, ‘Ieri la guerra, oggi la pace’, ‘La guerra dimenticata’, ‘Prigionieri’ (sulle vicende dei prigionieri italiani nella seconda guerra mondiale, da cui è stato tratto un volume pubblicato dalla ERI). È stato autore dell’originale televisivo ‘La guerra al tavolo della pace’, incentrata sulle conferenze dei Grandi dopo la Seconda Guerra Mondiale, una delle prime realizzazioni di teatro-inchiesta a sfondo storico della televisione italiana.

Giornalista professionista, Massimo Sani ha scritto per numerose testate ed è stato inviato speciale delle reti giornalistiche televisive della Rai. Da sempre impegnato per la difesa dei diritti degli autori cinematografici e dell’audiovisivo, è stato a lungo membro del direttivo dell’Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici e ha contribuito allo sviluppo della normativa sul diritto d’autore in Italia e in Europa. Tra i maggiori esperti di questioni legate al mondo tedesco e alla storia della Germania, Massimo Sani ha collaborato con la Bayerische Rundfunk, firmando documentari sul periodo nazista quali Arte al rogo’, sulla cosiddetta ‘Arte degenerata’ e ‘L’ineffabile realtà’ sulla letteratura d’avanguardia italiana del dopoguerra.

Nel 2016, Massimo Sani donò tutto il suo archivio alla città di Ferrara, all’Istituto di storia contemporanea, curato da Massimo Marchetti, storico dell’arte e appassionato di cinema.