"È stato un errore vietare Čajkovskij"

"Attenzione a non cadere nello stesso errore di quelle dittature che hanno cercato in tutti i modi di distruggere la cultura di altre nazioni per imporre la propria". Così il sindaco di Ferrara, Alan Fabbri commentando il ‘no’ imposto dal governo ucraino alla messa in scena de Il lago dei Cigni di Pëtr Il’ič Čajkovskij, inizialmente in programma al Teatro Comunale di Ferrara ma sostituito con un altro spettacolo a seguito della presa di posizione del governo ucraino, che ha imposto il proprio no ad autori russi. "Pur continuando a sostenere l’Ucraina in questa folle guerra - spiega Fabbri - non condivido nel modo più assoluto la scelta del suo governo. Anche l’arte e la storia della Russia devono continuare ad essere parte del patrimonio universale, e come tali tramandate alle future generazioni. La cultura non deve avere né confini territoriali né politici". Il primo cittadino, nell’esprimere la propria vicinanza e i propri ringraziamenti al corpo di ballo dell’Ukrainian Classical Ballet, mette in guardia dai rischi di un "atteggiamento censorio che, nel negare la libera espressione delle culture, rischia di sconfinare in pericolose derive, tipiche di regimi non certo liberali". "La scelta del governo ucraino di sospendere la messa in scena di opere di autori russi ci ha colto di sorpresa, così come credo abbia colto gli artisti". Così l’assessore alla regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori: "Ne abbiamo preso atto ma, pur detto con responsabilità, la scelta di silenziare Ciajkowskij non appare né giusta né utile. Lo abbiamo rappresentato sia al Console che all’Ambasciatore ucraino in Italia. Sia chiaro, non è in alcun modo in discussione la nostra iniziativa di solidarietà sul piano culturale. L’Emilia-Romagna c’è e ci sarà. Ma proprio per questo ci sentiamo in dovere di esprimere in modo nitido il nostro punto di vista, pur consci di chi vive un autentico incubo".