FERRARA
"Per la nuova rappresentanza sindacale sarà un mandato complesso che avrà bisogno dellapartecipazione di tutti i lavoratori e le lavoratrici". Si chiude così il comunicato della FilctemCgil al chiusura delle elezioni Rsu (Rappresentanze sindacali unite) che si sono svolte venerdì al Petrolchimico. Le lavoratrici e i lavoratori del polochimico multi- societario hanno eletto 39 Rsu delle tre federazioni sindacali dei chimici. La Filctem ha ottenuto il 43,6% di preferenze eleggendo 17 Rsu nei diversi siti industriali, confermandosi il sindacato più rappresentativo. "Ringraziando chi ha partecipato con il proprio voto a queste elezioni e riconoscendo che il Polo chimico è parte del tessuto industriale del territorio di Ferrara – prosegue la nota – attraversato da riduzioni di attività produttive di molta rilevanza, fra tutte la vertenza di Berco con la proclamazione dello sciopero provinciale delle tre federazioni metalmeccaniche con corteo a Copparo di domani. Il risultato ottenuto nella maggior parte degli stabilimenti nel Petrolchimico ci obbliga a fare delle riflessioni su quello che si determinerà nei prossimi mesi in questo sito e in tutti i petrolchimici in Italia a seguito delle dichiarazioni effettuate da Versalis il 24 ottobre scorso: dismissione di fatto della Chimica di Base da parte di Eni, e quindi da parte del Paese, diventando dipendenti da altri soggetti esterni dal mondo Eni. Il Piano di Trasformazione di Versalis ci lascia perplessi e critici sugli intenti dell’azienda e del resto del gruppo Eni". La chiusura dei cracking di Priolo e di Brindisi e di 3 impianti di Polietilene a Ragusa, aggiungono "avrà ripercussioni occupazionali e sociali in Sicilia e nella città brindisina già colpita dalla dismissione di uno dei due impianti di Basell e con il secondo impianto ancora in marcia messo in vendita dalla stessa. Ci saranno molte incognite riguardanti le capacità di fornitura, i costi, la qualità delle strutture di logistica che manca nei siti che renderanno di fatto i petrolchimici dipendenti da forniture e produzioni da altri Paesi industriali. Siamo come al solito di fronte ad un piano industriale che mira a risolvere i problemi con la chiusura di assett strategici e la presentazione di un ipotetico piano di investimenti. Siamo preoccupati per la tenuta delle produzioni dello stabilimento di Ferrara, che attualmente sono ferme, e che danno già un indirizzo di cosa vuol fare l’azienda di Eni". E poi ancora servirà la "capacità di elaborare proposte che possano davvero realizzare la cosiddetta transizione ecologica mantenendo quello che è il nostro saper fare – concludono nella nota – sfruttare conoscenze e competenze e mettendole al servizio delle produzioni ambientalmente sostenibili che senza i Cracking sono impossibili da realizzare". Il primo appuntamento l’assemblea di venerdì.