"Era stanca, lo voleva mandare via di casa"

In aula parlano le sorelle della vittima. Daniela: "Durante un viaggio in auto, Rossella mi disse che lui la trattava male, come una serva"

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FERRARA

"Non si confidava molto con me. Tanto che ho saputo dei problemi con Saveri solo pochi giorni prima che venisse uccisa". E’ la sorella di Rossella Placati, Daniela, seduta al banco testimoni, a rispondere alle domande del pm Stefano Longhi e raccontare come era venuta a conoscenza che tra la sorella e il compagno la relazione era ormai giunta al capolinea. "Una settimana prima circa, eravamo insieme in auto perché la stavo accompagnando a una visita medica – ha proseguito Daniele – mi ha accennato per la prima volta che tra loro due non andava più, che la trattava male, le mancava di rispetto". Poi, quando il pm Longhi le ha ricordato di quanto raccontato pochi giorno dopo il delitto, Daniela ha confermato che la sorella aveva aggiunto "mi manca di rispetto, mi tratta come una serva, lo voglio mandare via di casa". E’ il 5 febbraio quando la vittima si confida con la sorella, tre giorni dopo sempre Rossella le invia un sms: "Ciao Daniela, ti chiedo di non mandare più nulla a Doriano, lo voglio mandare via di casa, non mi chiedere, poi ti spiego".

"Una spiegazione che non ha fatto in tempo a darmi – ha aggiunto con il groppo alla gola la sorella – non c’è stato il tempo". Daniela ha anche ripercorso il passato della vittima, in parte burrascoso, con l’ex marito e padre dei figli: "ma negli ultimi anni la situazione era migliorata – ha concluso – tra loro il rapporto era tornato civile". Infine ha sottolineato che la sorella le aveva confessato che il compagno "si era rifiutato di accompagnarla alle visite che Rossella faceva perché da tempo non stava bene". Dopo Daniela, è stata la volta di Ines – entrambe assiste dall’avvocato Filippo Maggi – l’altra sorella della vittima a rispondere. "Non mi aveva raccontato che le cose tra di loro non andavano – ha spiegato – Rossella era estroversa, parlava molto con noi, ma allo stesso tempo riservata sulla sua vita privata. Con Doriano si erano conosciuti da due anni prima, poi la convivenza". E infine quell’episodio di domenica pomeriggio, poche ore prima della morte che riletto oggi suona come un avvertimento. "Ero a casa – ha ripercorso con la mente Ines – ho sentito bussare alla porta: quando sono andata ad aprire mi sono trovata davanti Doriano. All’inizio tranquillo, poi con un’agitazione crescente ha cominciato a chiedere scusa a me e mio marito, ma anche a dire che Rossella stava parlando male di lui, andava dicendo che era un drogato e poi quel passaggio finale ’Domani ve ne accorgerete’. Ancora oggi mi pento di non aver dato peso a quella frase, ma sinceramente all’epoca interpretai il tutto come un periodo difficile, di litigi, ma niente di più". L’udienza di ieri si è chiusa con il racconto del figlio maggiore di Rossella, Vanni che insieme al fratello è assistito dall’avvocato Riccardo Caniato. "Non sapevo molto dei rapporti tra mia madre e Saveri – ha spiegato – Però mio padre una settimana prima mi aveva raccontato che lei voleva mandarlo via".

Cristina Rufini