"Era una coppia unita e impegnata nella Caritas"

Il dolore degli amici e dei parrocchiani per Franco Borghi, vittima di uno schianto frontale: la moglie, 72 anni, è grave al ’Maggiore’

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"Era una bella coppia, sempre insieme, sorridenti e dediti al prossimo, da tanti anni nella Caritas di Renazzo". Sono queste le parole che usano i tantissimi che hanno conosciuto l’82enne renazzese Franco Borghi e la moglie. Lui rimasto ucciso nel tremendo scontro di sabato sera nei pressi dell’incrocio tra via Modena e via Penzale, e lei, S.G di 72 anni, rimasta ferita gravemente, tanto da essere elitrasportata all’Ospedale Maggiore di Bologna, dov’è in prognosi riservata. Dalle ultime notizie, si parla di numerose fratture ma che non sarebbe in pericolo di vita. Sullo schianto stanno indagando i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Cento, che sono intervenuti alle 22.45 insieme a 118 e vigili del fuoco.

Stando a una prima ricostruzione dei fatti, si sarebbe trattato di uno scontro frontale tra l’Opel Agila della coppia e un furgone Renault Traffic guidato da una donna 54enne del modenese, portata all’ospedale di Cona con ferite non gravi.

"Mi ha chiamato il figlio e la mattina in chiesa a Renazzo ci siamo uniti in preghiera e l’abbiamo subito ricordato – racconta don Marco Ceccarelli – una persona che faceva parte della nostra storia e della comunità. Della parte migliore. Con la moglie si sono sempre spesi tantissimo nel campo della carità con una generosità infinita. Franco non si è mai concesso alle molte parole, tra l’altro sempre in dialetto, ma alla grandissima carità. Era anche parte storica della Compagnia del Santissimo, ha sempre dato testimonianza di fede e anche davanti a qualche mia titubanza, lui apparteneva al gruppo di chi sostenevano di non perdere la memoria di questa realtà antica di 500 anni e anzi, di averne un dovere".

Appassionato di ciclismo, tanto da chiamare il figlio come uno dei grandi campioni delle due ruote, Borghi aveva lavorato per l’azienda Benassi e, una volta in pensione, era entrato nella Caritas con la moglie, lui nella raccolta dei mobili e in alcuni lavoretti di utilità, lei nella distribuzione degli aiuti e nella raccolta fondi. "E’ una grande perdita per tutta la comunità – dice un’amica di famiglia – era sempre a disposizione non solo della Caritas ma anche di chiunque avesse bisogno di un aiuto, dei conoscenti o degli amici che sapeva avessero un famigliare malato, di chi era in difficoltà nell’andare a fare visite o terapie. Si poteva sempre contare su di lui. Franco c’era sempre. Una persona buona, precisa, affidabile e onesta. E in auto, esperto e prudente. E se penso alla moglie – aggiunge – mi si stringe il cuore. Vivevano in simbiosi. Lei è romagnola ma avevano scelto di vivere a Renazzo. Una famiglia numerosa. E lei, sempre sorridente, simpatica, conosciuta da tutti. Dovevamo vederci l’indomani mattina e la stavo aspettando quando la notizia mi ha raggelata. Ora – conclude – sarà compito di tutti starle vicino e aiutarla a superare questo colpo"

Laura Guerra