FRANCESCO FRANCHELLA
Cronaca

“Mi muovo con l’esoscheletro, ma ho l’auto bloccata da mesi perché non arrivano i ricambi”

La disavventura della 23enne Alice, il padre Mirco Leccioli racconta al Carlino: “Dal 14 marzo aspettiamo una centralina. La vettura di cortesia ha costi alti. Dopo tanti solleciti mi sono dovuto rivolgere ad Agcom e a un legale”

Mirco Leccioli con la figlia Alice, la ragazza si muove grazie a un esoscheletro

Mirco Leccioli con la figlia Alice, la ragazza si muove grazie a un esoscheletro

Ferrara, 19 maggio 2025 – Il paradosso di riuscire a camminare, grazie a un esoscheletro di ultima generazione, ma di non poter utilizzare l’automobile, perché ferma in officina da quasi 3 mesi. È la triste vicenda che ci ha voluto raccontare Mirco Leccioli, padre di Alice, ragazza ferrarese classe 2002 affetta sin dalla nascita da una paralisi cerebrale che non le permette l’uso delle gambe. La situazione di Alice ha subito un inatteso miglioramento quando, dopo un servizio delle Iene, una telespettatrice anonima le aveva deciso di donare un esoscheletro di ultima generazione, dal valore di circa 200mila euro. La storia è nota. Ma in una situazione di questo tipo, un evento “ordinario” come il guasto dell’auto di famiglia può diventare quasi invalidante. Il 24 febbraio Mirco Leccioli si accorge che la sua Fiat Tipo aveva iniziato a segnalare delle avarie. Il 26 febbraio la porta all’Officina della Concessionaria Gruppo Ghedini di Ferrara: “Dopo una settimana circa – racconta al Carlino – ci dicono che si deve sostituire la centralina del body computer e il 14 marzo mi comunicano che è stata ordinata”.

Ad oggi, però, il veicolo è ancora parcheggiato là. Leccioli ci tiene comunque a chiarire: “Ci stiamo interfacciando con Ghedini, ma Ghedini purtroppo è parte lesa tanto quanto lo siamo noi: come officina, hanno smontato il pezzo, l’hanno richiesto ma il pezzo non arriva”. Il 31 marzo, Leccioli ha contattato l’assistenza Fiat, segnalando “l’insostenibile attesa”. “Nonostante – aggiunge nel reclamo – l’officina del Gruppo Ghedini abbia cercato di accomodarmi nel miglior modo possibile, l’attuale vettura di cortesia non ha standard sostenibili per la mia famiglia, sia per un onere di spese di mantenimento che di spazi per il trasporto della carrozzina per disabili utilizzata da mia figlia”. Quindi, l’amara constatazione: “Di fronte alla vostra indifferenza, mi trovo costretto a consultare il mio avvocato”. Così è successo. In data 17 aprile, l’avvocato Laura Melotti manda una richiesta di sostituzione del veicolo in garanzia ai sensi del Codice del Consumo, rilevando “che il veicolo è necessario alla figlia del sig. Leccioli, che è disabile e che quindi necessita di frequenti spostamenti e che l’utilizzo di auto sostitutiva a benzina ha determinato un notevole aggravio di costi”.

Non avendo ottenuto risposta, dopo 7 giorni, né da parte di FCA né da parte di Ghedini, l’avvocato attiva la mediazione civile, mentre il giorno 8 maggio riceve una pec da ‘FCA customer relations’: “Rammaricati per quanto segnalato – si legge –, teniamo a precisare che la nostra società non potrebbe essere destinataria di alcuna contestazione, in quanto non ha intrattenuto con il suo assistito alcun rapporto contrattuale ed è altresì rimasta estranea alla fase produttiva del veicolo, operando esclusivamente quale distributrice delle vetture di marca Fiat”.

E quindi, la comunicazione di “avvenuto ordine del componente necessario, con previsione di consegna a giugno 2025”. “Ma giugno, quando?”, si chiede Leccioli, che intanto ha anche inviato una segnalazione ad Agcom per pratica scorretta. “Adesso, tramite un giro di telefonate e mezza giornata di lavoro persa, siamo riusciti ad indirizzare Aci Global al tipo di auto che ci serviva, anche se purtroppo ha il cambio automatico e mia moglie, così, non la guida. Non è minimamente la nostra auto”.

Il punto che la famiglia Leccioli vuol far passare è che “si fanno tanti sacrifici per acquistare un’auto adatta alle nostre esigenze quotidiane. Prima di scegliere il veicolo, proviamo che la carrozzina entri e che sia possibile viaggiare anche con un esoscheletro per le nostre trasferte. Per loro è una banale auto – conclude papà Mirco –: per noi, quell’auto è indispensabile”.