"Este viva", sfila il corteo Alla guida c’è Piero Pelù

Palio, Il rocker fiorentino nei panni del podestà è l’ospite di questa edizione. Dalla prospettiva le contrade e la corte ducale hanno raggiunto il Castello.

"Este viva", sfila il corteo  Alla guida c’è Piero Pelù

"Este viva", sfila il corteo Alla guida c’è Piero Pelù

Este viva. Le voci rimbombano in piazza Castello. Per un attimo si tace: un fremito, un brivido che corre alla base del collo. È pelle d’oca, come si dice. È la corte estense, rievocata. È Ferrara, che rinasce sotto la marcia del Magnifico corteo del Palio. Rinascita: il miglior augurio anche per la vicina Romagna e per realtà sorelle come quella del Palio del Niballo di Faenza, per la quale l’Ente Palio di Ferrara, insieme al Comune, ha avviato una raccolta fondi. Este viva, sì, è il caso di urlarlo. Parte così il corteo, con in testa il super ospite dell’edizione 2023, il cantautore fiorentino Piero Pelù, vestito con il tradizionale abito del podestà. Accanto a lui, l’amministrazione comunale (con il vicesindaco con delega al Palio Nicola Lodi nei panni di Guglielmo da Pesaro, che assume il nome di Giovanni Ambrosio dopo la conversione dall’ebraismo al cattolicesimo, maestro di danza alla corte estense), le autorità, la corte ducale e i quattro figuranti porta palii. I costumi sono quelli della tradizione, di epoca rinascimentale, a rievocare i fasti estensi, quando Ferrara era centro culturale grazie all’opera dei signori che la governavano.

La sfilata è cominciata alle 20.45 da piazzale Medaglie d’Oro. Ad aprire la parata, subito dietro a Pelù e alla corte ducale, le otto contrade: San Giacomo (ultima vincitrice della corsa dei cavalli), Santo Spirito (ultima vincitrice della corsa delle asine), San Luca, San Giovanni, San Giorgio, San Paolo, San Benedetto, Santa Maria in Vado. Sono più di mille i partecipanti del Corteo Storico, che si avvicendano lungo corso Giovecca, dove già nel 1705, Teresa Locatelli, vedova Roverella, se ne stava appollaiata sulla terrazza di legno fatta costruire nel suo palazzo, palazzo Roverella, per osservare in santa pace sfilate, cortei, mascherate. La sfilata avanza fino al Castello, ai piedi del quale anche il più impeccabile dei figuranti cede alla tentazione di alzare lo sguardo. Processione, corteo, sfilata… termini che ricordano l’ordine, certo, ma non va dimenticato il carattere sfarzoso e fastoso, all’insegna della magnificenza rappresentata, in primis, dalla corte ducale. Quest’ultima, infatti, riproduce la compagine di familiari, nobili cittadini, cavalieri e quant’altro, che nel 1471, scortò l’allora marchese Borso d’Este nel suo viaggio a Roma, dove, il giorno di Pasqua, ricevette dal papa l’investitura che gli permise di tornare nella sua Ferrara in veste di duca. Oggi, 21 maggio 2023, è bello immaginare che quel viaggio di ritorno non sia ancora terminato e che Borso, in un certo senso, sia ancora il duca di Ferrara.

Francesco Franchella