Estetisti e parrucchieri sempre aperti: c’è la proroga

Rinnovata fino al 3 maggio l’ordinanza comunale, valida dalle 7 alle 23. Il plauso delle associazioni di categoria: "Ma velocizzare la campagna vaccinale"

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di Matteo Langone

Il rosso sbiadisce in arancione e Ferrara riparte. Per l’ennesima volta si tenta di tornare alla normalità: questo, almeno, è quello che si auspicano le associazioni di categoria che, però, non si accontentano della possibilità di alzare nuovamente le serrande per i barbieri e i saloni di bellezza. E mentre Cna, Confesercenti, Confartigianato e Ascom interpellano il governo circa azioni più concrete, l’amministrazione locale emana già la prima ordinanza. O meglio, ne proroga una esistente – e più volte rinnovata – dal 20 maggio scorso: fino al prossimo 3 maggio, infatti, le attività del territorio comunale che offrono servizi di cura della persona (parrucchieri, barbieri, acconciatori, istituti di bellezza, estetisti e tatuatori) possono rimanere aperte al pubblico in tutti i giorni della settimana, domenica e festivi compresi, dalle 7 fino alle 23.

Il sindaco Alan Fabbri, dunque, va in aiuto dei lavoratori, intascandosi il plauso delle associazioni di categoria.

Ma tutto ciò non basta. Le stesse realtà di rappresentanza, infatti, chiedono misure più incisive direttamente al governo. "Innanzitutto – dice Diego Benatti (Cna) – è necessario abolire l’assurdo divieto di spostamento tra Comuni per raggiungere il proprio estetista o barbiere di fiducia: i locali dei centri più piccoli, in questo momento, sono decisamente penalizzati. Inoltre, abbiamo già presentato delle proposte per una ripartenza in sicurezza del comparto della ristorazione: accanto a ciò, è chiaro che non si può attendere il 2 giugno per la partenza della stagione turistica.

Serve ragionare su maggio. Come urge velocizzare la campagna vaccinale".

Un tema, quello relativo alla somministrazione delle dosi del farmaco, al centro anche della riflessione di Nicola Scolamacchia (Confesercenti), secondo il quale la lentezza generale sta minando la ripresa del mondo del commercio. "E’ fallimentare anche la politica degli aiuti – aggiunge –: fondi che coprono a malapena il 5% delle perdite di un anno. E’ necessario, dunque un cambio di passo". Come fare? Velocizzando la campagna vaccinale, e aumentando le aperture. Ne è sicuro anche Paolo Cirelli segretario di Confartigianato che sostiene: "Nelle nostre imprese – dice – i protocolli sanitari sono sempre stati seguiti. I saloni sono luoghi sicuri, le attività devono lavorare" .

Ciò che auspica anche Giulio Felloni (Ascom). "Solo quando ripartiranno anche bar, ristoranti, cinema e teatri – sostiene – tornerà un clima di fiducia maggiore. Tutto ciò è fondamentale per un settore, quello del commercio, che interessa diverse famiglie". La curiosità da parte dei clienti nei nuovi prodotti, secondo il presidente provinciale dell’associazione di via Baruffaldi, si è già notata sin dalle prime ore di ieri. Ora serve aumentare il ritmo. Perché il rischio è che molte attività della città, ad oggi ancora chiuse non riescano più a riaprire.