
Nicola Fabbri, informatico e. amministratore delegato di Apicom, è in Bce dal 2004
La sua è una presidenza di continuità. "Sì, perchè con Giuseppe Accorsi entrammo in banca esattamente vent’anni fa, lui come presidente e io come consigliere. Ora il testimone è passato a me". E’ lo stesso Nicola Fabbri a presentarsi, a pochi giorni dalla nomina alla guida di Bce, Banca Centro Emilia, l’unico istituto di credito, rimasto, con sede nella nostra provincia. La sede centrale è infatti a Corporeno, a un tiro di schioppo da Cento. Una tradizione che viene dalle Casse rurali e artigiane e fu fondata quasi 120 anni fa in un luogo inusuale ma non troppo: la sagrestia della chiesa di Corporeno. Fabbri, informatico, è amministratore delegato di Apicom, azienda leader nei settori dell’engineering, progettazione e produzione di motori.
Fabbri, lei è nato all’ombra del campanile e della…banca.
"E’ proprio così. La storia della Bce è lunga e viene da lontano. Ha una vocazione chiara: deve operare qui, per i soci, i clienti, la comunità. E’ l’ultima banca del territorio. Oggi come ai tempi della sua fondazione la responsabilità è grande; abbiamo l’obbligo di lasciarla in buona salute ai nostri nipoti".
Per lei questi venti anni, sono stati molto impegnativi.
"Sono cresciuto insieme alla banca. Il 1° aprile 2004, quando entrammo, la situazione della BCC presentava problemi, ma grazie all’impegno di tutti, a cominciare da quello di Beppe Accorsi, è stato possibile portarla ai risultati odierni".
Vediamoli...
"Siamo 17.000 soci, 15 milioni l’utile del 2024, che va quasi interamente a patrimonio, 29 filiali dislocate fra le province di Ferrara, Modena, Bologna e Reggio Emilia. E’ quindi una realtà solida, in costante crescita".
Ma le difficoltà non mancano. "Siamo consapevoli del nostro ruolo al fianco della comunità, che è in controtendenza con il grande mondo bancario e finanziario molto instabile; ma noi continuiamo ad avere sportelli con persone fisiche, aumentando il numero delle filiali anche dove altre banche chiudono".
Quali sono le sfide più importanti di questo momento storico?
"La continuità richiede la saggezza di apportare cambiamenti, a cominciare da quelli legati alla digitalizzazione e all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, necessari per velocizzare i processi, senza però snaturare l’identità e il modello cooperativistico".
Il futuro passa per?
"L’ispirazione della banca è sempre riposta nelle persone, cioè nei soci, nei clienti, nei collaboratori che sono davvero il motore che ci ha permesso di arrivare qui. Poi abbiamo l’ambizione di sempre, quella di contribuire a far crescere un’autentica cultura bancaria".
Alberto Lazzarini