MATTEO RADOGNA
Cronaca

Falsi certificati in carcere: “Ex medico filmata mentre si accordava”

Avrebbe compilato richieste fasulle d’invio dei detenuti al Pronto soccorso. Fra le accuse anche di aver sottratto circa 240 compresse per venderle

Un poliziotto penitenziario in carcere (foto di repertorio)

Un poliziotto penitenziario in carcere (foto di repertorio)

Ferrara, 4 luglio 2025 – La sequenza delle immagini riprese dalla telecamere della dottoressa che con una gestualità definita si sarebbe messa d’accordo con il detenuto per la consegna dei farmacia. Poi, a tutto questo si aggiungono, i tabulati con i turni e i medicinali spariti dall’armadietto della farmacia del penitenziario dell’Arginone proprio durante le ore in cui la professionista era presente. Anche ieri in tribunale hanno continuato a sfilare i testimoni nell’ambito del processo a carico di Carmen Salvatore, medico che ha prestato servizio per otto mesi circa nel carcere di via Arginone. La professionista deve rispondere di un presunto giro di falsi certificati firmati allo scopo di far uscire dal carcere alcuni detenuti. Le imputazioni contestate sono induzione indebita a dare o promettere utilità, falso (quest’ultimo in concorso con i detenuti che avrebbero usufruito dei presunto falsi documenti) e peculato. Ieri è stato sentito uno degli investigatori del Nir della polizia penitenziaria, che ha indagato la dottoressa, una volta scoperti gli ammanchi dei farmaci. In precedenza, in un’altra udienza, il responsabile medico del carcere, il quale ha riferito in merito ad alcuni ammanchi di un farmaco della famiglia della morfina dall’infermeria del carcere, spiegando come venivano custoditi quei medicinali e in che modo era possibile averne accesso.

Ha inoltre chiarito che nel suo periodo all’Arginone la dottoressa Salvatore non aveva mai avuto richiami disciplinari. In ogni caso, la donna (difesa dall’avvocato Renato Jappelli) deve rispondere davanti al giudice di quel presunto giro di falsi certificati firmati allo scopo di far uscire dal carcere alcuni detenuti. La donna, come detto, è accusata di induzione indebita a dare o promettere utilità. Ieri mattina, davanti al collegio giudicante, si è celebrata l’udienza in cui il pm Ciro Alberto Savino ha mostrato i filmati dove la dottoressa si sarebbe accordata con un detenuto. E ha raccontato di una telefonata dove un detenuto faceva intendere di essere d’accordo con la professionista. Secondo l’impianto accusatorio, durante il suo periodo di lavoro a Ferrara (maggio 2021-marzo 2022) la dottoressa avrebbe prodotto certificati che attestavano patologie inesistenti (attacchi ischemici o problemi alla vista), ma sufficienti per richiedere il ricovero in ospedale e quindi l’uscita dal carcere per alcuni detenuti. I quali l’avrebbero lautamente ricompensata. Non solo. Nel periodo in cui era in servizio alla casa circondariale estense, Salvatore avrebbe fatto entrare un cellulare in carcere e cercato di far avere della droga a un detenuto. Ieri in tribunale un investigatore del Nir ha spiegato come si sono svolte le indagini per capire come la professionista si accordasse con i detenuti. Il pm Ciro Alberto Savino ha spiegato che uno dei detenuti intercettati aveva il via libera a telefonare una volta al giorno, perché padre di un minore. E proprio dalle sue chiamate, si è appreso e ricostruito come la donna sarebbe riuscita a passare medicinali. In particolare si è parlato durante l’udienza di psicofarmaci come Stilnox e Lyrica, che sono medicinali con meccanismi d’azione e indicazioni terapeutiche diverse. Stilnox è un ipnotico, usato per trattare l’insonnia, mentre Lyrica è un anticonvulsivante e analgesico, usato per trattare l’epilessia, il dolore neuropatico e i disturbi d’ansia generalizzata.