Falsi vaccini, Gennari sarà interrogata ancora

Dopo la revoca delle misure cautelari le indagini stanno per concludersi. Ma la dottoressa deve chiarire sull’utilizzo multiplo delle siringhe

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di Cristina Rufini

FERRARA

Tornate in libertà dopo quattro mesi di arresti domiciliari, ma le indagini di procura e Guardia di finanza proseguono spedite nei loro confronti e starebbero per giungere a conclusione. E se la situazione di Chiara Compagno – uno delle due dottoresse ferraresi arrestate a marzo scorso per presunte vaccinazioni antiCovid fantasma – è tutto sommato delineata e incardinata su una strada che dovrebbe condurre a un patteggiamento, ci sono ancora dettagli da mettere a punto per la collega Marcella Gennari, la quale, assistita dall’avvocato Carlo Canal, dovrebbe essere ascoltata di nuovo dal pm Ciro Alberto Savino che coordina le indagini della Finanza. In particolare c’è da sviscerare ancora il filone di indagine sull’utilizzo multiplo di una stessa siringa per più pazienti. Un aspetto che potrebbe apparire secondario nella vastità dell’inchiesta Red Pass, ma che non lo è, soprattutto per le implicazioni e conseguenze sanitarie che potrebbe avere avuto.

Indagati. Sembra non esserci ancora un numero ufficiale e definitivo delle persone – oltre alle due dottoresse e alla figlia di Gennari, sono finiti nel vortice anche i pazienti cui sarebbe stato somministrato il vaccino fantasma – che sono state iscritte nel registro degli indagati dal pm Savino, dopo la prima cifra di 171. Certo è che in questi mesi sarebbero state almeno trecento le persone ascoltate dai finanzieri. E una buona parte avrebbe ammesso le proprie responsabilità, imboccando così la via dell’uscita dall’inchiesta con un patteggiamento. Altri invece no. Per loro sarà la procura a decidere se e con quali accuse chiedere l’eventuale rinvio a giudizio. E per quanti.

Misure cautelari. Le due dottoresse e la figlia di Gennari erano state sottoposte ai domiciliari su disposizione del giudice per le indagini preliminari, Carlo Negri, per il possibile "inquinamento delle prove, considerando che l’eventuale contatto tra medici e pazienti potrebbe favorire la costruzione di tesi di comodo", ma anche "per la singolare pervicacia dimostrata dalle indagate nel proseguire la loro attività illecita pur a fronte di controlli delle forze dell’ordine". Lo stesso giudice che di recente ha accolto le istanze dei difensori – Carlo Canal per Gennari e Ferrettie Lorenzo Valgimigli e Carlo Bergamasco per Compagna – e ha riconosciuto il venir meno della esigenza cautelare, avendo entrambe reso interrogatori ritenuti utili e soddisfacenti. Da capire, a questo punto che cosa deciderà l’Ordine dei medici di Ferrara che ha sospeso Gennari e Compagno, poco dopo l’arresto.