Falsi vaccini a Ferrara, sospesi 157 green pass: è il panico

Un’insegnante ieri è stata respinta a scuola ed è corsa dal ‘vecchio’ dottore implorando di avere il siero. È stata spedita all’hub della Fiera

Migration

FERRARA

Si è presentata a scuola e ha scoperto che il suo Green pass, da ieri, non è più valido: è tra i 157 che il ministero della Salute ha già sospeso, rendendoli inattivi, dopo avere ricevuto dall’Ausl di Ferrara l’elenco, il primo, di coloro per cui la Procura ha chiesto la sospensione del certificato, perché rientra tra i casi ’accertati’ di finte vaccinazioni nell’ambito dell’inchiesta Red Pass. Stessa situazione per un altro dipendente pubblico che quando ieri si è presentato al lavoro è stato rimandato a casa perché il Green pass non è più attivo. Il panico. Qualcuno si è subito rivolto a un avvocato per capire che cosa fare: ma il legale certo non può somministrargli il vaccino vero. Altri, come l’insegnante e alcuni rappresentati delle forze dell’ordine, sono corsi dal ’vecchio’ medico, implorando di essere vaccinati, ma hanno ricevuto un due di picche: "Andate all’hub vaccinale della Fiera". Viene da chiedersi, innanzitutto, come possano comunque sottoporsi a tre dosi di siero in pochissimo tempo, ma soprattutto risultando vaccinati, come possono essere sottoposti ancora alla vaccinazione? Devono ammettere di avere ricevuto dosi fasulle? Anche se la loro posizione è comunque già sufficientemente chiara nelle carte dell’inchiesta, considerando che si tratta di casi su cui gli investigatori – i militari delle Fiamme Gialle coordinati dal sostituto procurato Ciro Alberto Savino – hanno documenti su documenti, immagini e intercettazioni che lasciano poco spazio all’interpretazione. "Quando si tratta di fregare lo Stato italiano io sono contenta..." dice Chiara Compagno a una paziente. E ancora: "Non me ne frego neanche che tu non sia una mia paziente, ti vaccino io". Marcella Gennari, oltre a rassicurare i pazienti più sospettosi ("è acqua"), raccomanda anche il silenzio: "Non lo deve sapere neanche Dio". Riguardo ai soldi, Gennari parla di "offerta libera, anche 20 euro". Pare poi che fossero ben consapevoli dei rischi che correvano, compreso quello di essere scoperte. Una di loro, per giustificare la necessità di simulare l’iniezione, spiega "lo dobbiamo fare... sono venuti a mettere le tele...". E siamo all’inizio, perché il numero degli indagati è destinato a lievitare. Così come dei Green pass da revocare. Ma all’orizzonte potrebbe arrivare in aiuto il Governo con lo stop del certificato verde dal primo aprile.

Cristina Rufini