Falsi vaccini, udienza a giugno per le dottoresse

Il processo per la maxi inchiesta sui falsi vaccini a Ferrara è stato fissato per il 12 giugno. Le tre donne imputate sono accusate di corruzione, peculato, truffa e falso. La procura sostiene che abbiano rubato i vaccini e accettato denaro per falsificare le vaccinazioni e ottenere il Green pass.

La maxi inchiesta sui falsi vaccini approda in un’aula di giustizia. Per il filone principale dell’indagine – quello che vede imputate le dottoresse Chiara Compagno e Marcella Gennari e la figlia e assistente di quest’ultima Francesca Ferretti – è stata fissata la data dell’udienza preliminare. Il giorno cerciato sul calendario è il 12 giugno. Nelle scorse settimane, la procura aveva depositato la richiesta di rinvio a giudizio. Le tre donne sono accusate a vario titolo di corruzione, peculato, truffa e falso. Le contestazioni della procura sono praticamente identiche a quelle emerse al momento dell’esecuzione delle misure cautelari a loro carico. La prima accusa che viene mossa è quella di peculato. Secondo la procura, le dottoresse (in qualità di medici di base accreditati con l’Ausl) e l’assistente avrebbero commesso il reato in questione nel momento in cui si sono impossessate del vaccino fornito dall’azienda sanitaria buttandolo via invece di iniettarlo ai pazienti.

Per quanto riguarda la corruzione, secondo la ricostruzione della procura le dottoresse avrebbero intascato denaro dai pazienti (20 o 50 euro a seconda dei casi) per fingere l’inoculazione del vaccino e far loro ottenere un Green pass a fronte dell’attestazione di una dose mai somministrata. In alcuni casi non iniettavano per nulla il vaccino, in altri invece utilizzavano una soluzione fisiologica. A Compagno viene contestato un solo episodio di corruzione, mentre per Gennari e Ferretti le accuse parlano di un centinaio di casi. L’accusa di truffa ai danni dello Stato è invece legata ai rimborsi previsti dall’Ausl per i medici di base che eseguivano le vaccinazioni anti Covid, rimborsi che sarebbero quindi stati percepiti in maniera indebita avendo loro attestato in maniera falsa di aver vaccinato i propri pazienti. L’ultima contestazione è quella di falso, riconducibile al fatto che le indagate avrebbero dichiarato inoculazioni di siero mai avvenute, falsi tamponi o esenzioni fasulle, tutte attestazioni alla base dell’emissione del Green pass.

f. m.