FEDERICO DI BISCEGLIE
Cronaca

’Fe.Fant’ tra incontri, arte e concerti: "Fantasia per andare oltre la banalità"

Il poeta Davide Rondoni, direttore artistico del festival che debutta domani in piazza del Municipio "Parleremo del rapporto tra l’uomo e l’intelligenza artificiale ma anche di Dante e Pier Paolo Pasolini".

Il direttore artistico del festival è il. poeta Davide Rondoni

Il direttore artistico del festival è il. poeta Davide Rondoni

Immaginate di intraprendere un viaggio. La cartina da seguire è quella della nostra città, ma i punti cardinali si perdono tra letteratura, musica, poesia. E, soprattutto, Fantasia. Perché Ferrara "è la città della fantasia". Alla vigilia del FeFant – parte domani il festival della Fantasia, realizzato dalla fondazione Enrico Zanotti e sostenuto fra gli altri da Comune e Università – parla il direttore artistico della kermesse, il poeta e giornalista Davide Rondoni (protagonista venerdì 30, alle 21.30 in piazza del Municipio).

Rondoni, ormai il FeFant è un appuntamento consolidato che trova in questa città la sua dimensione naturale. Perché Ferrara si attaglia a questa iniziativa?

"Come ho detto in premessa, Ferrara è per eccellenza la città della fantasia. Di Ariosto, di Tasso. Questo è un evento che ha tantissimi elementi identitari che lo caratterizzano. E, a ben guardare, non sono in tanti a pensare a un festival dedicato proprio alla fantasia".

Che cosa significa fantasia?

"Non certo estraniarsi dalla realtà, bensì andare oltre la banalità. Applicare la fantasia significa non essere accomodanti, valicare il comune sentire. Dare una lettura originale ai fatti".

In che modo accadrà questo nel corso della rassegna?

"Abbiamo organizzato tantissime iniziative con ospiti di livello piuttosto elevato. Mostre, concerti, approfondimenti sulla poesia. Fra gli altri, c’è un bellissimo momento dedicato all’arte e al rapporto con la fantasia. Che significa, in definitiva, scandagliare il rapporto che lega l’arte all’uomo. Perché la fantasia è un’attività eminentemente umana, in cui la persona estrinseca la sua essenza".

Tra i panel, ce n’è uno dedicato all’Intelligenza Artificiale. Perché realizzare un appuntamento su questo?

"Perché questo è un festival profondamente ancorato all’attualità. L’Intelligenza Artificiale è la sfida dei nostri giorni per eccellenza. Fra l’altro l’incontro, in programma in piazza municipale il 31 maggio a partire dalle 18, vedrà confrontarsi il docente universitario Luca Botturi e monsignor Francesco Follo, già osservatore permanente per la Santa Sede dell’Unesco. Un evento dedicato a sondare il rapporto fra l’uomo e l’intelligenza artificiale".

Un altro appuntamento particolarmente interessante è sabato pomeriggio. Un dialogo ideale che parte da Dante e arriva a Pasolini.

"Questo è un anno particolare: ricorrono i cinquant’anni dalla morte di Pasolini. Un uomo della poesia e, dunque, della fantasia. Con le sue liriche, peraltro, fu un grande precursore dei tempi e un lungimirante anticipatore di alcune dinamiche che da allora in avanti hanno caratterizzato la società. Fra l’altro Pasolini scriveva in terzine dantesche, per cui anche questo è un ulteriore elemento che li accomuna. Su Dante è inutile indugiare: non esiste autore nella storia della letteratura mondiale con più fantasia di lui. Immaginare il suo viaggio fra Inferno, Purgatorio e Paradiso è semplicemente sublime. Divino, appunto".

Siamo partiti dicendo che Ferrara è la città della fantasia. Ma sa di esserlo?

"Penso che la città potrebbe essere più attenta e partecipe a questo festival, perché si tratta di qualcosa che entra nella carne viva estense. È identità collettiva".