"Ferrara, bellissima E poi al Comunale c’è il mio amico Moni"

Lella Costa porta al teatro Abbado ‘Le nostre anime di notte’ "Lo spettacolo parla di relazioni e sentimenti, ce n’era bisogno"

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Da oggi a domenica, al Teatro Comunale ‘Le nostre anime di notte’ con Lella Costa ed Elia Schilton tratto dall’opera di Kent Haruf. E‘ la storia dolce e coraggiosa di un uomo e di una donna che in età avanzata si innamorano e riescono a condividere vita, sogni e speranze. Domani, alle 12, al ridotto del Teatro, l’incontro tra il pubblico e la compagnia.

Lella Costa, che rapporto ha con Ferrara?

"Ci sono già stata. Città bellissima con un teatro splendido che ora ha direttore artistico il mio amico Moni Ovadia. Sono anche molto contenta di tornarci"

L’incontro di sabato col pubblico?

"Se il pubblico ha già visto lo spettacolo regala considerazioni e domande pertinenti che possono anche fornire spunti di riflessione per capire come viene percepito il nostro lavoro" Lo spettacolo?

"È tratto da un meraviglioso romanzo da cui hanno anche tratto un film che però non rispecchiava la scrittura del libro. L’adattamento teatrale ha più magia, intimità, che credo siamo riusciti a portare in scena grazie all’adattamento di Emanuele Aldrovandi e della regista Serena Sinigaglia. Era molto tempo che volevo fare questo spettacolo, fermata prima dai diritti del cinema e poi il Covid. Da due mesi siamo in scena e ci sta dando soddisfazioni. Avevamo intuito che uno spettacolo così garbato, ironico, delicato che parla di relazioni e sentimenti, in questo momento fosse qualcosa di cui c’era bisogno"

Rotto il tabù dell’amore coi capelli bianchi?

"È solo un particolare. E’ Giulietta e Romeo al contrario dove a mettersi di mezzo sono i figli, amore ostacolato dalle convenzioni del mondo esterno. Anche i giovani del pubblico rimangono incantati dalla storia perché tratta argomenti universali, parlando di relazioni, dell’incanto e delle difficoltà ogni volta che nasce un nuovo rapporto. ‘È la mia storia’ sono in diversi dal pubblico a dircelo"

Che cos’è il teatro per lei che è anche condirettrice del Carcano di Milano?

"Mai come in questo momento credo sia la dimensione di incontro tra spettacoli viventi e pubblico reale. C’è ogni volta un senso prezioso dell’unicità e irripetibilità di quello che succede. Credo che, anche se con fatica, il teatro si stia riprendendo un po’ la sua centralità nella vita delle persone".

Laura Guerra