Ferrara capitale del dialogo fra le religioni

Cristiano

Bendin

Un seminario per addetti ai lavori, è vero. Ma con un obiettivo concreto: la presentazione di 16 schede sull’ebraismo destinate alla redazione dei libri di testo per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole e per una corretta conoscenza e trasmissione della tradizione e della storia ebraica alle nuove generazioni. Tradotto: solo la conoscenza - quindi l’educazione dei giovani - può prevenire l’antisemitismo, una figura di odio specifica che,

in molte parti d’Europa, segnatamente in Francia e nei Paesi del Nord, si sta traducendo in un rinnovato odio verso i nostri "fratelli carissimi e prediletti", come li definì Benedetto XVI. Un aspetto, quello educativo, sottolineato sia dal nostro arcivescovo, Gian Carlo Perego, presente al Meis, sia dai rabbini capo di Roma Riccardo Di Segni e Milano Alfonso Arbib, collegati via web con Ferrara. La nostra stessa città, che ama la sua comunità, è intrisa di storia ebraica e non a caso ospita il Museo italiano dell’ebraismo e della Shoah, ha conosciuto episodi di intolleranza minori ma certo da non sottovalutare (dalla recente scritta ’ebreo’ su un muro del centro alle minacce a un ragazzino in una scuola, qualche anno fa). Le schede, frutto di un lavoro congiunto realizzato da un gruppo misto di redattori ebrei e cattolici, sono state simbolicamente consegnate proprio a Ferrara ad alcuni tra i più importanti editori italiani di libri di testo per le scuole. La nostra città, dunque, è stata per due giorni capitale del dialogo interreligioso e al Meis sono state gettate le basi per prevenire, attraverso una corretta educazione delle giovani generazioni, cioè i cittadini di domani, quella che Edith Bruck, scrittrice sopravvissuta ad Auschwitz, Dachau e Bergen-Belsen, ha definito la "nube nera" dell’antisemitismo. Un motivo d’orgoglio per Ferrara, un’occasione di riflessione per la politica di casa nostra.