FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Fiera bis, la verità degli imputati: "Nessun illecito nell’appalto, abbiamo agito correttamente"

Udienza fiume in tribunale con le dichiarazioni e gli interrogatori davanti al giudice . La difesa di Tagliani e Modonesi: "Tutto chiarito". Il legale di Parisini: "Accuse surreali". .

La guardia di finanza durante le perquisizioni alla sede della Fiera

La guardia di finanza durante le perquisizioni alla sede della Fiera

Un’udienza fiume, terminata soltanto a pomeriggio inoltrato. Ferme dichiarazioni e lunghi interrogatori davanti al giudice dell’udienza preliminare, ore di domande e risposte per spiegare la propria verità sui presunti illeciti in Fiera. A parlare sono stati cinque dei sette imputati nell’ambito del secondo filone di inchiesta sui padiglioni, quello sul presunto appalto pilotato per i lavori post sisma. A farsi sentire (sottoforma di dichiarazioni spontanee o di interrogatorio) sono stati l’ex sindaco Tiziano Tagliani, l’ex assessore Aldo Modonesi, l’ex presidente della Fiera Filippo Parisini, l’ingegnere incaricato della progettazione e direzione lavori Davide Grandis e Sandro Mantovani, consigliere delegato di AeC, impresa che ha realizzato i lavori.

Il primo a parlare è stato Mantovani, seguito da Parisini (difeso dall’avvocato Claudio Maruzzi). L’ex presidente, così il suo legale, "ha elencato una serie di circostanze che emergono dagli atti, vissute con inquietudine per i contorni che hanno portato alla riapertura delle indagini nell’estate 2020". Filippo Parisini, ha aggiunto, "si deve difendere da accuse surreali legate all’appalto Acer e lo sta facendo con fierezza e molta amarezza per come sono state gestite le indagini in una vicenda che non sarebbe neppure dovuta iniziare, per le stesse ragioni per cui è stato prosciolto nel primo troncone". In seguito è toccato al lungo esame di Grandis (avvocato Dario Bolognesi), durato oltre tre ore. Il tecnico ha risposto a tutte le domande, sostenendo da una parte la correttezza del proprio operato e dall’altra la – a suo dire – incoerenza dell’accusa. "Sono stato molto soddisfatto della deposizione, l’ingegnere è stato chiaro e preciso – così l’avvocato Bolognesi –. Per ogni capo di imputazione ha risposto puntualmente: non c’è nulla che non siamo stati in grado di chiarire". Gli ultimi a prendere la parola sono stati Tagliani e Modonesi. "Gli interrogatori – hanno affermato gli avvocati Riccardo Caniato e Filippo Maggi – hanno, nelle loro peculiarità, spiegato in maniera dettagliata tutti i passaggi che li vedono totalmente estranei alle ipotesi delittuose a loro addebitate. Siamo soddisfatti. Un’udienza lunga dove tutti hanno avuto modo di essere interrogati e controinterrogati. Speriamo e riteniamo di avere chiarito le posizioni di Tagliani e Modonesi".

L’inchiesta Fiera bis, lo ricordiamo, ha messo sotto la lente i lavori di riqualificazione post sisma svolti tra i padiglioni e il relativo maxi appalto ritenuto dall’accusa pilotato. Le ipotesi di reato contestate a vario titolo sono truffa ai danni dello Stato, abuso d’ufficio, falso, turbativa d’asta, frode e corruzione. Il nucleo ruota attorno all’appalto da cinque milioni per le opere di ristrutturazione. Sette gli imputati: oltre a Parisini, Tagliani, Modonesi, Grandis e Mantovani figurano Gian Domenico Leprini, consulente per l’impiantistica di AeC e Stefano Zaccarelli, all’epoca di presidente di AeC. La prossima udienza è fissata per il 27 maggio.