Fiera, eventi da ripensare "Restauro, salone sottotono Coinvolgere gli imprenditori"

Massimo Luise, fondatore e ceo dell’azienda ferrarese Makros: "Perché non chiederci cosa ci aspettiamo da una rassegna a fronte dell’investimento economico sostenuto?" .

Fiera, eventi da ripensare  "Restauro,  salone sottotono  Coinvolgere gli imprenditori"

Fiera, eventi da ripensare "Restauro, salone sottotono Coinvolgere gli imprenditori"

"Il Salone internazionale del Restauro di cui si è da poco conclusa a Ferrara Expo la XXVIII andrebbe rivisto e concepito come occasione di sviluppo di rapporti più che primo incontro". Così Massimo Luise, fondatore e Ceo di Makros, azienda leader nella protezione e salvaguardia da fuoco acqua e batteri del patrimonio culturale – documenti, quadri, suppellettili - con installazioni di sistemi d’archivio nei più importanti siti internazionali e cinque brevetti nazionalizzati in Europa, Asia, Stati Uniti, Canada. Un’attività, la sua, che alle esposizioni internazionali guarda con grande interesse, tant’è che mentre era in Expo, a Ferrara, era con un proprio stand anche a Istanbul e Bucarest e per ottobre sta organizzando la partecipazione alla rassegna mondiale del settore archivistico di Abu Dhabi. Premessa.

Salone del Restauro: "Lontano dai fasti di un tempo può tornare ad avere grandissimo appeal e soprattutto incidere nella realtà". L’ultima edizione (la Makros era tra le pochissime imprese ferraresi presenti, ndr), non ha visto in effetti la consueta partecipazione di grossi espositori e visitatori. La folla di un tempo all’ingresso e la massiccia partecipazione ai seminari durante i tre giorni non c’è stata, a testimoniarlo sono le foto, che rivelano ampi spazi vuoti. Un po’ di ‘fiacca’ si era registrata anche in passato, tuttavia il Salone 2023 è risultato sottotono.

Colpa dell’assenza delle massime istituzioni all’inaugurazione, che non hanno ‘trainato’, e del Covid e della pandemia per cui ancora si temono gli assembramenti, qualcuno tra gli stand ipotizzava. "Non credo sia questo il punto – asserisce Luise –. La pandemia ha inciso perché la tecnologia ha consentito di instaurare comunque relazioni, per cui le fiere come occasioni di primo incontro con clienti e stakeholder non sono più ritenute prioritarie. Va tutto finalizzato allo scambio di esperienze e all’intreccio di opportunità. Per questo una strada potrebbe essere aggiungere iniziative collaterali, cosiddette ‘fuori salone’, in altre location che la città può offrire, come avviene già nelle grandi metropoli. La migrazione tra stand con biglietti da visita e materiale informativo e i convegni non sono più sufficienti. Andrebbe concepita un’attività pre-fiera e post fiera, che vada oltre gli incontri B2B con i delegati dei Paesi presenti, che oggi sono il cuore degli eventi".

Un ragionamento - quindi un format - che non riguarda solo il Salone del Restauro, ma che Luise estende. "Perché non coinvolgere nell’organizzazione, come interlocutori, gli imprenditori, gli stessi che conoscono e affrontano ogni giorno la concretezza del mercato? Perché non chiederci cosa ci aspettiamo da un evento a fronte dell’investimento economico sostenuto, oltre allo spazio acquistato e alla vetrina? Perché non chiedersi per quale motivo, aziende che vogliono crescere o brand già affermati, dovrebbero venire a Ferrara Expo?".

Secondo Luise le esposizioni devono diventare un luogo di condivisione di percorsi, di progetti. "I tradizionali modelli, per quanto siano stati vincenti, sono stati superati dai fatti. Il contributo degli imprenditori, in ottica costruttiva, potrebbe fare recuperare il passo".

re. fe