Folgorato al Petrolchimico, il racconto dell’operaio

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Ieri mattina in aula davanti al giudice del tribunale di Ferrara, Sandra Lepore, ha dovuto ripercorrere quei momenti terribili. Pochi in realtà perché su sua stessa ammissione quelli che sono rimasti impressi nella memoria, considerando le gravissime conseguenze nella folgorazione che gli causò ustioni di secondo e terzo grado, riducendolo in coma per un po’ di tempo. E’ davvero un miracolo che Emanuele Minuzzo sia ancora vivo. Ma di quel drammatico infortunio sul lavoro, accaduto il 24 luglio del 2017 al Petrolchimico ieri mattina si è ricordato molto poco. A processo per il gravissimo infortunio sul lavoro sono finiti Teodorico D’Agostino (project manager e delegato alla sicurezza di Saipem spa, società che aveva ricevuto da Versalis la commissione di un appalto per la costruzione di un impianto), Luigi Broggi (progettista di Saipem Spa), Francesco Giuseppe Rivetti (datore di lavoro di Minuzzo per conto della Rivetti Elettroimpianti, azienda che ha ricevuto da Saipem la commissione del montaggio e degli allacciamenti dei quadri elettrici) e Gabriele Salici (capo cantiere per conto della Rivetti). L’accusa, sostenuta dal pm Ciro Alberto Savino, a vario titolo è di lesioni colpose in relazione a presunte violazioni del testo unico sulla sicurezza sul lavoro. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, una volta aperto un vano con cavi, il lavoratore incontrò difficoltà a causa della presenza di troppi componenti in uno spazio così piccolo. Rimase così folgorato.