
Nei guai l’amministratore di un azienda di commercio all’ingrosso di carni. Avrebbe ‘gonfiato’ il giro d’affari pre pandemia per dimostrare cali nei guadagni.
Fatturato ‘gonfiato’ per dimostrare una contrazione dei guadagni e ottenere ristori nel periodo della pandemia. Secondo la guardia di finanza, quel trucchetto aveva permesso al titolare di un’azienda di commercio all’ingrosso di carni di incassare indebitamente contributi per oltre trecentomila euro. Somma della quale ora, a cinque anni dai fatti, gli viene chiesto conto. Nei giorni scorsi, infatti, i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria del comando provinciale, al termine di una serie di perquisizioni hanno eseguito un sequestro preventivo da 300mila euro a carico dell’azienda con sede in città. Sotto sigilli sono finiti un immobile situato a Ferrara e denaro rinvenuto sui conti correnti dell’amministratore dell’azienda. Il soggetto deve ora rispondere del reato di indebita percezione di contributi.
L’inchiesta. La ditta ferrarese era finita sotto la lente della procura di Roma nell’ambito di accertamenti in materia di percezioni di ristori durante il periodo dell’emergenza sanitaria. In particolare, attraverso le indagini condotte dai finanzieri di Ferrara i magistrati capitolini hanno stretto il focus sui contributi a fondo perduto ottenuti dall’azienda di commercio di carni tra il 2020 e il 2021. Si tratta, per capirsi, dei finanziamenti pubblici stanziati per agevolare la ripresa delle attività economiche messe in ginocchio dalla crisi legata al Covid 19 e previsti dei decreti Ristori e Sostegni. Secondo quanto riscontrato dalle fiamme gialle, il rappresentante della società avrebbe utilizzato fatture per operazioni inesistenti al fine di far sembrare più alto il fatturato del 2019. In questo modo, stando alla tesi degli inquirenti, avrebbe dimostrato una contrazione del volume d’affari relativamente al 2020, creando così le basi per poter richiedere l’erogazione di aiuti. Finanziamenti che avrebbe poi ottenuto, per un ammontare complessivo di oltre 300mila euro. Denaro che, alla luce di quanto ricostruito, sarebbe stato ottenuto in maniera indebita. Le indagini di procura e Finanza hanno infine portato al decreto di sequestro preventivo firmato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ed eseguito nei giorni scorsi dai militari del Nucleo. "L’intervento portato a termine – fanno sapere dal comando di via Palestro – conferma l’impegno profuso dalle fiamme gialle ferraresi nel contrasto alle frodi legate all’elargizione di risorse pubbliche che viene attuato attraverso la verifica della sussistenza dei requisiti utili per poterne avere accesso ma anche con riguardo alle connesse modalità di impiego e destinazione delle stesse".