"Abbiamo aderito con grande entusiasmo a questa iniziativa, poiché molte sono le riflessioni che negli ultimi anni stiamo portando avanti al nostro interno e in collaborazione con gli attori istituzionali del territorio, in primis l’Amministrazione Comunale, per contribuire alla risoluzione della tematica dell’housing", le parole di Laura Ramaciotti, rettrice dell’Università di Ferrara.
"Il progetto apporta vitalità e un cambiamento nella vita di tutti i giorni di chi ospita e di chi accoglie i giovani studenti – prosegue – affinché si mantenga un interesse attivo nel proprio quotidiano, anche nel seguire le giovani generazioni nel loro percorso di studi e di vita". La permanenza degli studenti nella casa delle persone o famiglie ospitanti comporta un piccolo contributo economico da parte dello studente – da mantenere calmierato rispetto ai prezzi di mercato – e consente di raggiungere più obiettivi. Tra questi, l‘individuazione di un numero maggiore di soluzioni abitative per gli studenti non residenti immatricolati, accessibili a condizioni economicamente sostenibili; la possibilità per anziani e persone fragili di avere al proprio domicilio degli inquilini giovani, che possano aiutarli nelle piccole attività di tutti i giorni (quali la spesa, la posta, la passeggiata) e che oltre a contribuire a spese e faccende domestiche generino un vero e proprio scambio intergenerazionale portatore di valori, confronto e stimoli.
Grazie a questo progetto viene data la possibilità all’Università di Ferrara di rispondere con un ulteriore strumento alla crisi degli alloggi. E al Comune di poter supportare ulteriormente le persone fragili che rischiano l’isolamento sociale e che magari versano in un periodo di difficoltà economiche. Si crea così un circolo virtuoso che permette di ridurre da un lato i bisogni di cura e le emergenze abbassando per il sistema sanitario i costi legati alla cura e, dall’altro, ha ricadute positive sulla salute psicologica, senso di sicurezza, indipendenza, sentimento di felicità e comunicazione intergenerazionale. Cidas svolge un ruolo di mediatore tra i residenti ospitanti e gli studenti fuorisede raccogliendo le richieste di partecipazione da ambedue i target, selezionando i beneficiari, offrendo loro una formazione specifica sui temi dell’abitare e occupandosi del matching che soddisfi maggiormente le aspettative ed esigenze espresse.