Foto choc sul Po: solo un canalone tra le rive

È stata scattata dal Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara. Il direttore generale scrive agli agricoltori: "Razionalizzate l’acqua"

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di Mario Bovenzi

Una foto, più di mille parole. E’ quella scattata con un drone dai tecnici del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara. Un quadro desolante che riprende una estesissima lingua di sabbia, a tratti macchiata d’erba giallastra, che arriva a superare il centro del fiume, per arrestarsi a poco più di una 15ª di metri dalla riva opposta. Siamo a 200 metri da Pontelagoscuro, oltre un’ansa, sulla riva veneta. Stretto tra le due rive resta un canalone. "E’ un tratto profondo", spiega l’ingegner Mauro Monti, direttore generale del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara. Parole per scacciare un incubo, quello che la siccità finisca per ridurre ad un rigagnolo quel tratto di fiume. L’ingegnere Monti si è messo alla tastiera del computer e ha scritto ai presidenti ed ai direttori di Cia, Coldiretti e Confagricoltura. Una lettera, che in queste ore verrà girata a tutti gli agricoltori, che esorta alla razionalizzazione dell’acqua per irrigare i campi. Una prima mossa sperando che venga a piovere, speranza appesa ad un filo molto sottile. Se nei prossimi dieci giorni dal cielo non arriva acqua ed il livello del Po scende ancora la parola d’ordine, che tutti temono, sarà turnazione. Dovrà essere redatto un calendario con gli orari consentiti ad ogni agricoltore per gettare acqua alle piante, in quella che è diventata una battaglia destinata a crescere d’intenstità. Venerdì, venerdì 17, arriva una vampata di calore con picchi di 38 ed anche 40 gradi, un inferno di sole sui terreni già ridotti a polvere. "Il bilancio d’esercizio 2022 – scrive Monti – non ha introdotto alcun incremento dei contributi rispetto all’anno precedente. La scelta, coraggiosa ma consapevole, ha voluto tutelare le attività dei consorziati che si sarebbero trovati a far fronte ad altri incrementi di costi oltre a quelli per i carburanti, l’energia e le materie prime. Questa determinazione ha imposto di migliorare il proprio operato cercando di essere più attenti ad ogni forma di spreco. Una delle componenti che incidono maggiormente sul bilancio è quella delle spese energetiche che costituiscono il 20% dei costi e che variano in funzione della quantità di acqua piovuta e di quella distribuita per l’irrigazione. Mentre sulla prima non possiamo incidere, sulla quota destinata all’irrigazione possiamo sicuramente migliorare. L’acqua viene derivata principalmente dal fiume Po, viene immessa nella rete consortile in grandi quantità (550 milioni di mc in un anno) e viene poi prelevata dai singoli agricoltori durante l’attività di coltivazione. In questo particolare momento di scarsa piovosità le disponibilità idriche sono sensibilmente diminuite... Riteniamo che, insieme, si possa migliorare questo aspetto, cercando di limitare le quantità di acqua allo stretto necessario per l’irrigazione".