
Un impianto fotovoltaico (. foto repertorio
Ci sono 600 ettari in attesa di autorizzazione per destinarli a impianti fotovoltaici e agrivoltaici per il territorio argentano, che rappresenterebbero il 2% della superficie comunale. "Un tema per noi molto impattante – apre il dibattito il sindaco di Argenta, Andrea Baldini - e che a oggi non è governato da riferimenti normativi saldi che assicurino la necessaria pianificazione di questi impianti, che chiediamo". Il primo effettivamente autorizzato, proprio la settimana scorsa, con l’ok di Arpae, è a Bando, vicino alla discarica di via Bandissolo; in attesa di autorizzazione un’altra grande area è individuata a Consandolo, un’altra vicino alla Celletta, il monumento simbolo di Argenta, infine nella zona di Bando. Ricordiamo che in sede dibattimentale in aula consiliare il sindaco Andrea Baldini disse no a due impianti fotovoltaici, ritenendoli potenzialmente lesivi dell’equilibrio ambientale, paesaggistico e identitario del territorio industriale. L’Associazione TerrArgenta accolse con favore le dichiarazioni del primo cittadino: "E’ un importante segnale di ascolto verso le istanze espresse da cittadini e associazioni". Il direttore di Coldiretti Ferrara, Alessandro Visotti, ribadì di non essere contrario alla produzione di energia da fonti rinnovabili, ma che ritiene incompatibile con lo sfruttamento dei terreni agricoli produttivi. "Per noi la priorità è la produzione del cibo, abbiamo già constatato la nostra debolezza nell’approvvigionamento di beni alimentari, abbiamo necessità di poter produrre cibo salubre, garantito e certificato. La produzione energetica da impianti solari fotovoltaici può avvenire attraverso l’uso di superficie non produttive". All’annuncio ufficiale del primo cittadino sul Web si è scatenato il finimondo. Emerge molta rassegnazione, ma anche opinioni contrarie, come del resto erano emerse dal dibattito anche in consiglio comunale. Tra i contrari mettiamo l’ex segretario argentano di Confesercenti, Giuseppe Toschi: "Non avevo dubbi che i poteri forti, come sempre, fanno quello che vogliono. Non è giustificabile affermare che questo obbrobrio serva per sopperire all’alto prezzo dell’energia, in quanto sicuramente il danno che porta al nostro ambiente, è irreversibile. La tecnologia devastante dei pannelli, è già ormai superata, valutazione fatta da esperti internazionali; nonostante ciò, c’è un tale giro di interessi, che si procede ugualmente. Dal Mezzano ad Argenta, sarà proprio uno spettacolo vedere tonnellate di ferraglia, con relativo impatto ambientale. Abbiamo i migliori terreni per quello che riguarda la fertilità e produzione agroalimentare, un ambiente che se valorizzato potrebbe dare lavoro, non vi è dubbio che i pannelli arrecheranno più danni che vantaggi agli argentani. Viene anche da chiedersi, gli ambientalisti di fronte a questo scempio, dove stanno?". Per Alessandro Benasciutti è un’opportunità: "Nulla è per sempre, ma oggi l’agrivoltaico sembra una soluzione percorribile, salvo che vengano rispettati le oasi, i parchi e i beni architettonici del territorio. Gli agricoltori piccoli ci spererebbero, perché possono cedere il terreno a un prezzo vantaggioso per la realizzazione green dell’agrivoltaico. Rappresenta un compromesso utile per la produzione di energia green contestualmente alla conversione di un’agricoltura adatta alla simbiosi fra produzione di energia e coltivazione del terreno. Il problema più grave e importante sono le autorizzazioni e i luoghi di connessione energetica. Questo è un business e come ogni business il costo dei terreni schizza dai 55 ai 60 mila euro a ettaro, che sono esattamente il doppio o il triplo del valore del terreno".
Franco Vanini