La corte d’Appello aveva ‘limato’ le condanne, ma senza intaccare il nocciolo dell’impianto accusatorio. Ora, la sentenza per quel raid in abitazione con tanto di fuga e speronamento dell’auto della polizia è diventata definitiva. Di recente, la corte di Cassazione ha infatti respinto i ricorsi di Jason Cavazza, 23 anni, e Antonio Mainenti, 38 anni, accusati a vario titolo di furto in abitazione, rapina impropria, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. Per il primo, già in carcere per altra causa, la vicenda giudiziaria si è chiusa con una condanna a due anni e otto mesi (pena ridotta in Appello dai quattro anni e quattro mesi rimediati in primo grado). Per il secondo, gli ermellini hanno cristallizzato tre anni e sei mesi (contro i quattro anni e quattro inflitti dal giudice ferrarese).
La scorribanda costata cara ai due imputati risale al pomeriggio del 20 dicembre 2022. I due si intrufolano in un’abitazione di via della Misericordia, rompendo la recinzione e la porta del garage. Una volta dentro, si impossessano di alcuni orologi di lusso, oggetti in argento e bigiotteria per poi scappare a bordo di una Fiat Punto. Purtroppo per loro, ad attenderli fuori dalla villetta c’erano gli agenti della polizia di Stato, avvisati da un cittadino che aveva notato una macchina sospetta. Cavazza e Mainenti capiscono di essere stati scoperti e tentano il tutto per tutto per non finire nella rete. Per aprirsi una via di fuga, il conducente della Punto (Mainenti) sperona l’auto ‘civetta’ dei poliziotti che cercava di bloccargli la strada. La corsa, però, si conclude lì. L’impatto è violento. Nello scontro gli agenti riportano alcune ferite, ma i due soggetti vengono fermati.
A giugno 2023 il fattaccio finisce davanti al giudice e i due vengono condannati a quattro anni e quattro mesi in rito abbreviato. L’Appello cambia un po’ le carte in tavola, soprattutto per Cavazza. Per lui, passeggero della Punto, l’accusa di rapina impropria viene riqualificata in furto in abitazione, mentre cadono la resistenza e le lesioni a pubblico ufficiale. Il tutto con conseguente riduzione della pena. Per Mainenti, invece, rimane la rapina impropria, ma non regge l’aggravante dell’averla commessa in più persone riunite. Anche per lui, l’entità della condanna si riduce. L’ultimo passaggio è in Cassazione. I due imputati (difesi dagli avvocati Marco Faveri e Carlo Benini) impugnano la sentenza, ma i ricorsi vengono dichiarati inammissibili dai giudici della seconda sezione penale. Caso chiuso.