Fusione enti camerali, Boldrini contro il governo

La senatrice Pd ha presentato il ricorso contro la bocciatura degli emendamenti. che chiedevano di non procedere all’accorpamento con Ravenna.

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FERRARA

Inammissibilità degli emendamenti? C’è già il primo ricorso. Il tema è quello della fusione tra le Camere di Commercio di Ferrara e Ravenna, con un braccio di ferro tra governo e mondo imprenditoriale che non accenna ad attenuarsi. Anzi, tutt’altro. A depositare il ricorso è stata la senatrice del Pd Paola Boldrini (foto): lei stessa era stata tra le promotrici di tre emendamenti tesi a salvaguardare l’autonomia dell’Ente di Largo Castello rispetto all’accorpamento con Ravenna. "Tali emendamenti – si legge testualmente – rispondono all’esigenza di evitare alle Camere di Commercio di veder impegnate, per lunghi mesi, tutte le proprie risorse umane ed economiche in procedure burocratiche ed in pratiche amministrative conseguenti all’accorpamento, invece di poter dar corso e seguito alle misure di sostegno messe in atto o pianificate a tutela e favore dei settori economici e delle aziende del territorio. E’ evidente che la finalità degli emendamenti sia quella di consentire agli stessi enti camerali di poter continuare ad operare per la salvaguardia delle tipicità territoriali al servizio delle imprese e del mondo produttivo". A tal proposito, va ricordato che nel decreto legge del 14 agosto, il governo aveva imposto una decisa accelerazione all’operazione, arrivando a sancire come termine ultimo per l’accorpamento appena sessanta giorni dall’entrata in vigore dello stesso decreto. Tempistica ridotta a trenta giorni per quelle Camere che avessero gli organi scaduti ed in prorogatio, come Ravenna. Pena: la gestione commissariale. Da qui la lettera delle associazioni di categoria ferraresi ai rappresentanti politici. Missiva seguita a ruota da un’analoga richiesta di chiarimenti da parte del mondo imprenditoriale ravvenate, avvenuta per l’appunto ieri. "Fa piacere notare che tra le nostre due città vi sia questa compattezza – ha precisato Davide Bellotti, presidente Cna Ferrara – ma ciò denota anche che tutta questa questione è stata costruita, dal punto di vista normativo, in maniera sbagliata. Ad ogni modo, adesso attendiamo una risposta dalla politica, sperando che non ci venga tolto uno strumento territoriale di tale importanza proprio in un periodo così complicato". Sulla stessa lunghezza d’onda anche il segretario di Confartigianato, Paolo Cirelli: "Si sta irrobustendo il fronte di chi reputa fuorviante e inopportuno questo accorpamento – chiosa –. Un discorso del genere potrebbe essere fatto per le Camere che non hanno equilibri economici, ma Ferrara e Ravenna sono virtuose. L’unione non porterebbe vantaggio o risparmio. A inizio settembre ci riuniremo per fare il punto".

Matteo Langone