
Il verdetto della giuria tecnica, riunita ieri. A Corrado Augias il 41mo ’Riconoscimento Gianni Granzotto’
Il lungo volo dell’aquila d’oro, giunto al 61 esimo traguardo, si posa nel salone d’onore del palazzo dei Diamanti dove, ieri mattina, è stata svelata la quartina dei contendenti. Il gioello rinascimentale rende l’annuncio dei finalisti del Premio Estense 2025 ancor più suggestivo. I giornalisti che compongono la giuria tecnica (presieduta da Alberto Faustini), dopo un lungo confronto, hanno decretato la ‘rosa’: Milena Gabanelli e Simona Ravizza con "Codice Rosso. Come la sanità pubblica è diventata un affare privato" (Fuori Scena), Gad Lerner con "Gaza. Odio e amore per Israele" (Feltrinelli), Marzio G. Mian con "Volga Blues. Viaggio nel cuore della Russia" (Feltrinelli) e Paolo Rumiz con "Verranno di notte. Lo spettro della barbarie in Europa" (Feltrinelli). Quella di quest’anno si profila, già nei presupposti, come un’edizione del premio molto sentita dai giurati. Una storia di grandi ritorni e nuovi ingressi. La new entry, il vero outsider – come lo fu lo scorso anno, vincendo l’Estense – è Francesco Costa che da qualche tempo dirige il Post. Il grande ritorno, invece, è quello di Giancarlo Mazzuca. "Dopo quindici anni – dice – tornare qui, è un’emozione grandissima. L’accoglienza che riserva Ferrara e l’atmosfera che crea il Premio Estense sono uniche. Poi, alla mia età, cimentarsi nella lettura di ottanta libri è davvero un’impresa utile a capire quanto ancora c’è da imparare". Mazzuca è stato, fra gli altri, il direttore de il Resto del Carlino che, all’interno della giuria tecnica, è rappresentato dalla direttrice di Qn, Carlino, Nazione e Giorno Agnese Pini. L’annuncio dei quattro finalisti è sempre un’occasione che ha qualcosa di rituale, ma senza essere ripetitivo. In pieno stile Confindustria, che da 61 anni s’incarica, assieme all’apporto di tantissimi partner fra i quali Azimut, di portare a Ferrara un evento di altissimo livello qualitativo sul piano culturale. Un tributo che viene estrinsecato anche nelle parole dell’assessore alla Cultura, Marco Gulinelli. "Il Premio Estense – scandisce l’assessore – ha un valore insostituibile e questo ci inorgoglisce. Ferrara in questo conferma la sua vivacità culturale, nell’indicazione che fornisce anche questa occasione, di un ritorno all’approfondimento dei fatti, delle circostanze. A una lettura meno frenetica e più puntuale della realtà". Il tutto, suggerisce il presidente della fondazione Premio Estense Gian Luigi Zaina, è reso più ‘facile’ "in uno dei palazzi, il Diamanti, che certifica la centralità di Ferrara come capitale del Rinascimento".
A proposito di stile, è proprio Zaina che annuncia il conferimento del premio dedicato a Gianni Granzotto a Corrado Augias, "una persona mite – sottolinea Zaina – che attraverso un viaggio interiore ha sconfinato il campo del giornalismo tradizionale, proponendo una visione filosofica permeata da valori etici e morali fondamentali in un momento di frammentazione sociale e di individualismo imperante". "Questa edizione – sottolinea Faustini – ha registrato un numero record di candidature, 80 libri con storie e pagine da scoprire. È stato impegnativo scegliere i quattro titoli finalisti che raccontano modi diversi di fare giornalismo". Forse il commento che più di tutti mette a fuoco la profondità di uno fra i finalisti, Rumiz, è quello del vicedirettore del Corriere della Sera Venanzio Postiglione. "È un libro che rispecchia una grande capacità di scrittura – analizza Postiglione – e che ci accompagna in un viaggio ai confini dell’Europa, ai confini in qualche modo della nostra coscienza nel momento cruciale che stiamo vivendo". Da qui al 27 settembre, non ci resta che leggere i quattro libri. Anche perché nulla è definito. E, come ricorda tra il serio e il faceto Faustini, "la giuria popolare, funziona un po’ come il conclave: c’è chi entra papa e non esce manco cardinale, ma parroco di Paese". Nella giuria tecnica anche Davide Berti, Giorgia Cardinaletti, Tiziana Ferrario, Paolo Garimberti, Alessandra Sardoni, Fabio Tamburini e Luciano Tancredi.
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